La ragazza in vetrina: un bacio mai dato
"Il film di Luciano Emmer è una Dolce vita, ma su un altro piano".
Il restauro di La ragazza in vetrina di Luciano Emmer è parte del secondo programma del Cinema Ritrovato | Fuori Sala, piattaforma online della Cineteca di Bologna che rende disponibile in streaming, ogni trenta giorni, una selezione di grandi e piccoli capolavori del cinema.
È un peccato che questo film venga ricordato in prima istanza per le complicate vicissitudini che lo hanno accompagnato fin dall'inizio della sua lavorazione e per quelle censorie che impedirono per mesi la sua regolare uscita nelle sale e per lungo tempo la possibilità di vederlo nella versione originale e integrale.
Segna inoltre una cesura drammatica nella carriera di Luciano Emmer che fu distrutto da questo gioco al massacro contro l'ottusità della politica culturale dell'Italia del boom economico, costringendolo ad abbandonare il cinema per la televisione.
Da un soggetto di Rodolfo Sonego che letteralmente conquistò Pier Paolo Pasolini che stese la prima versione della sceneggiatura, al temerario produttore Emanuele Cassuto che pensò di affidare la regia a Luciano Emmer, fino alla scelta illuminata degli attori e delle attrici, tutto, ma proprio tutto - compreso un direttore della fotografia geniale come Otello Martelli - gridava che sarebbe stata un'opera che avrebbe conquistato un successo planetario.
E invece il film si proiettò mutilato - secondo Casiraghi perché mostrava le orrende condizioni di vita dei minatori italiani emigrati in Belgio e Olanda - secondo la Commissione di censura perché non era ammissibile che questi poveracci cercassero di evadere desiderando ragazze di porcellana esposte in una vetrina. Ipotizzare poi che nasca un sentimento vero tra una di queste prostitute, Else (Marina Vlady) e il ragazzone veneto Vincenzo (Bernard Fresson) in simili monetizzabili condizioni, creò i presupposti tristemente perfetti per sguinzagliare i cani dell'Inquisizione.
Molti anni più tardi Luciano Emmer raccontò, non senza provare ancora un disagio profondo - «è una storia per cui avrei dovuto ammazzare qualcuno» – che i tagli stravolsero il senso della storia: "La scena era castissima, solo che era fatta tutta a base di soldi: 25 fiorini i primi, poi andava sul letto, lui si toglieva la giacca e la camicia, ancora 10 fiorini; poi lui chiedeva: «Tu non ti spogli?», 10 fiorini; alla fine, quando lei era sul letto, (figurati se facevo vedere una prostituta nuda in un film mio! si vedeva la spalla e basta) lui, da buon italiano, si avvicinava per darle un bacio; e lei si voltava con la faccia e diceva: «No kiss!».
Questa era la scena più importante del film. Passano questo weekend e nasce una simpatia fra loro: ma lui decide di partire e lei va alla stazione perché ha dimenticato la valigia: «You, dimenticato valigia!». «Grassie bionda, se torno da ste parti ‘natra volta te vegno a catare», sapendo che mai sarebbe successo. E la ragazza, con le lacrime agli occhi, gli dice: «No kiss?». Questa è la fine".
Michela Zegna, responsabile archivi cartacei della Cineteca di Bologna
Approfondimenti
Marina Vlady parla di Giorni d'amore e di La ragazza in vetrina e del suo rapporto con Emmer.
Lezioni di cinema
Marina Vlady e Gian Luca Farinelli
Articoli dal magazine Cinefilia Ritrovata
"La ragazza in vetrina al Cinema Ritrovato 2018"
"La ragazza in vetrina e la censura: aspettando Il Cinema Ritrovato"
Nella gallery
1. Copertina della guida pubblicitaria del film per la distribuzione italiana, 1961, Fondo Luciano Emmer.
2. Guida pubblicitaria del film per la distribuzione francese, 1961, Fondo Luciano Emmer.
3. [doppio documento] J. V. Cottom, Marina Vlady, Magali Noel, Bernard Fresson et Lino Ventura dans les plus extraordinaire quartier d'Europe; celui des “filles en vitrine” à Amsterdam, “Cinémonde”, 1960, Fondo Calendoli.
4 U. Casiraghi, Perché hanno vietato La ragazza in vetrina, “L'Unità”, 8 febbraio 1961, Fondo Calendoli.
5 M. Argentieri, Bocciatura definitiva per il film di Emmer, “L'Unità”, 12 marzo 1961, Fondo Calendoli.
6 L. Pestelli, Week end di due minatori italiani con le 'ragazze in vetrina' di Amsterdam, “La Stampa Sera”, 15-16 aprile 1961, Fondo Calendoli.