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Fondo Luciano Emmer

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I miei film non sono altro che storie in cui lo spettatore può entrare e uscire a suo piacimento.
Tocca allo spettatore occupare questo luogo che non mi appartiene.
A lui immaginare, da solo, la strada che vorrà;
non ho un appuntamento con lui, sono già altrove,
in un'altra storia.

Conversazione di Luciano Emmer con Gabriel Fessler



Luciano Emmer nasce il 19 gennaio 1918 in una famiglia agiata della borghesia milanese. Trascorre i primi dodici anni a Venezia, dove il padre, ingegnere capo, era stato chiamato a lavorare. Ed è in questa città che nasce il suo amore per l'arte e per il cinema. Grazie alla tessera paterna può entrare in sala gratuitamente e alimentare senza limiti il fuoco della sua passione. Venezia, topos d'elezione del giovane regista, sarà il soggetto dei cortometraggi Romantici a Venezia e Isole della laguna (1948).

Sempre a seguito del padre trascorre altri due anni in Sardegna per poi tornare nella natia Milano dove frequenta il liceo. Stringe amicizia con il genovese Enrico Gras con cui condivide l'iscrizione alla Cineteca Italiana, la partecipazione alle attività del Cineguf, l'ambizione di fare il regista e l'acquisto di una cinepresa 16 mm usata.

A vent'anni Emmer e Gras si trasferiscono a Roma dove, insieme Tatiana Graunding – di origini russe e che diventerà la moglie di Luciano Emmer nel 1942 – fondano la casa di produzione Dolomiti Film attraverso la quale realizzano una serie di cortometraggi che rivoluzionano il rapporto tra cinema e pittura, tra cui: Racconto di un affresco (1938) su Giotto e Paradiso terrestre (1940) su Bosch. Lavorano su foto Alinari d'epoca in bianco e nero con una cinepresa Pathé del 1913 e una vecchia truka artigianale, dando voce, con un sapiente montaggio, alla storia che gli affreschi giotteschi raccontano. Nella loro attenzione a non fornire letture didascaliche della storia dell'arte, questi film sono, oltre che emozionanti e insolite esperienze cinematografiche, anche illuminanti introduzioni al mondo delle arti figurative.

Il successo in patria arriva nel 1945, quando i due cortometraggi vengono proiettati al Festival Internazionale del cinema di Basilea, organizzato dal fondatore della Cinémathèque française, Henri Longlois. L'anno successivo, Emmer li presenta rieditati con la musica di Roman Vlad a Parigi e Londra, ottenendo il plauso dei registi Mario Allegret e Marcel Carné e di poeti quali Jean Cocteau e Jacques Prévert.

Questi cortometraggi insieme a molti altri come La leggenda di Sant’Orsola (1948) su Carpaccio, Leonardo da Vinci (1952), La sublime fatica (1966) su Michelangelo sono stati raccolti e pubblicati dalla Cineteca di Bologna nel cofanetto Parole dipinte (2010).

Domenica d'agosto (1950) segna l'esordio nel lungometraggio, confermando il suo talento di narratore e l'inizio del sodalizio con il produttore Sergio Amidei. Seguono Parigi è sempre Parigi (1951), Le ragazze di Piazza di Spagna (1952), Terza liceo e Camilla (1954), Il bigamo (1955), Il momento più bello (1957) e il sofferto La ragazza in vetrina (1961) che venne brutalmente censurato con il taglio di ben dodici scene.

Alla ricerca di nuovi stimoli, Emmer chiude temporaneamente con il cinema e passa alla televisione. Produttore e regista dal 1957 al 1976 di Caroselli pubblicitari per la RAI – sua la famosa sigla d'apertura – ha l’opportunità di creare splendidi camei che rimarranno nell’immaginario di più generazioni.

Ricercatore instancabile, non smette mai di ideare e scrivere racconti, sceneggiature e soggetti, in parte non realizzati (il suo archivio ne conta una trentina circa) o confluiti in altre opere (come accade alla sceneggiatura di Apollo e Dafne, abbandonata e poi diventata parte del cortometraggio Bella di notte) dei quali la Cineteca di Bologna conserva copie e originali manoscritti.

Fino alla fine, avvenuta a Roma il 16 settembre 2009, Emmer continua a scrivere e produrre senza sosta. Nel 1990 torna sul grande schermo con Basta! Adesso ci faccio un film e nel 1997 gira il documentario d’arte, forse il più pregevole, Bella di notte, in cui il regista stesso si introduce nottetempo nel museo di Villa Borghese e, con la fioca luce di una torcia, illumina le opere d’arte che incontra.

Nel 2008 realizza Trilogia - Il pensiero, lo sguardo, la parola, il suo ultimo documentario, un’opera estremamente personale e intima, un (forse involontario) inno alla sua poetica visiva e immaginifica.

Il fondo Luciano Emmer

Dalle carte del Fondo Emmer, emerge il profilo di un cineasta guidato dal proprio istinto, costantemente alla ricerca di stimoli nuovi, di grande talento e al contempo immune da ogni forma di auto-celebrazione.

L'archivio è composto da più di 90 fascicoli dove si trovano progetti realizzati e non che si occupano di storia dell’arte, di cinema, di pubblicità fino a temi attuali come la preservazione del paesaggio, in un percorso guidato da un'indole dai più diversi interessi.

Articolata e abbondante la documentazione sui film di fiction; è possibile ricostruirne la storia produttiva dal momento dell'ideazione - la prima bozza del soggetto, il trattamento, le varie versioni della sceneggiatura, lo storyboard, – fino all'uscita del film – il battage promozionale e le recensioni. La parte fotografica comprende più di 600 scatti tra foto di scena, di set e di natura personale.

Non manca il materiale promozionale cinematografico che svela interessanti strategie di marketing dell’epoca, come la guida pubblicitaria de Il bigamo (1956) in cui si trova un gioco dell’oca ispirato ai personaggi e alle situazioni del film.

La corrispondenza suddivisa per ordine cronologico e per argomento è raccolta in 23 fascicoli e comprende carteggi di natura professionale, ma anche sorprendenti scambi epistolari personali, come quello con la scrittrice Banana Yoshimoto.

La rassegna stampa si articola in 37 fascicoli, all’interno dei quali sono contenute notizie non solo sulle opere di Emmer. Ci si imbatte in articoli su altri autori o altre opere che il regista seguiva con passione come ad esempio le recensioni su Henri-Georges Clouzot e il suo particolare modo di dirigere gli attori o sui documentari di Francesco Pasinetti.

Il fondo contiene anche le bozze dei suoi scritti come Delenda Venetia e Infanzia a Venezia, entrambi frutto del suo profondo legame con questa città.

Info

Il fondo è consultabile su appuntamento.
Per i materiali cartacei contattare:
michela.zegna@cineteca.bologna.it
Tel. 051 2195318

Per finalità di studio e ricerca è possibile richiedere a pagamento la duplicazione digitale o in fotocopia di 20 pagine di documenti originali. Nel caso di richiesta di riproduzione di originali per altre finalità, la Cineteca fornirà un preventivo dei costi, nel rispetto della legge vigente sulla tutela del diritto d'autore.

Sezione a cura di Michela Zegna e Pietro Berselli

Inventario a cura di Monia Malaguti e Stefano Careddu

Per richieste di consultazione o di riproduzione dei materiali fotografici contattare:
Rosaria Gioia: rosaria.gioia@cineteca.bologna.it
Tel. 051 2194848

Galleria Fotografica

Documenti

Inventario Fondo Emmer

Tipo di File: PDF Dimensione: 73.92 Kb