Fondo Guido Aristarco
Chi è Guido Aristarco
Guido Aristarco (Fossacesia Marittima, 7 ottobre 1918 - Roma, 11 settembre 1996) è stato un influente critico, storico e teorico del cinema. Comincia giovanissimo a collaborare come critico cinematografico per "La voce di Mantova", quindi dal 1939 per "Il corriere padano" (subentrando a Michelangelo Antonioni) e per varie riviste dei Guf come "Signum di Treviso" e "Architrave" di Bologna. Nel 1942 la sua firma compare anche su "Cinema" (prima serie). Nel 1946 scrive la sceneggiatura de Il sole sorge ancora di Aldo Vergano, assieme a Vergano stesso, a Carlo Lizzani e a Giuseppe De Santis.
Nel dopoguerra lavora alla Rai come redattore del radiogiornale e come titolare di una rubrica di cinema. Nel 1948, contemporaneamente a Elsa Morante, viene sollevato dall’incarico per motivi politici.
Lo stesso anno è redattore di "Cinema" (seconda serie) di cui diventa anche capo-redattore nel dicembre 1951. L’anno successivo abbandona la rivista per fondarne una propria, "Cinema nuovo", di cui sarà direttore fino al 1996, anno in cui termina le sue pubblicazioni. La rivista si caratterizza per una forte impostazione marxista, di ispirazione lukácsiana, e per una litigiosità comprensibile soltanto tenendo conto dell’atmosfera del periodo. In tempi più recenti sviluppa invece un notevole interesse per le nuove tecnologie applicate al cinema.
Sul n. 4 di "Cinema nuovo" (febbraio 1953) Aristarco pubblica un soggetto di Renzo Renzi, intitolato "L’armata s’agapò", incentrato sull’occupazione militare italiana in Grecia. Il 10 settembre Aristarco (in quanto direttore) e Renzi (in quanto autore) vengono arrestati e rinchiusi nel carcere militare di Peschiera con l’accusa di vilipendio all’esercito. Il mese dopo (8 ottobre) vengono condannati da un Tribunale militare rispettivamente a sei mesi (Aristarco) e sette mesi e tre giorni di reclusione. Renzi perde anche il grado di ufficiale. Entrambi hanno il beneficio della condizionale. L’anno seguente racconteranno la storia del processo in un libro intitolato "Dall’Arcadia a Peschiera".
Nel 1969 vince il primo concorso per la cattedra di Storia e critica del cinema. Fino ai primi anni ‘80 insegna presso l’università di Torino per passare poi a La Sapienza a Roma. Nel 1989 lascia l’insegnamento per raggiunti limiti di età.
Il fondo
Il fondo è conservato in parte presso la Biblioteca Chiarini e in parte presso la biblioteca Renzo Renzi della Cineteca di Bologna, dove si trovano 780 fascicoli e una corposa rassegna stampa (48 faldoni), suddivisa tematicamente. Nel 2018, in occasione del centenario della scomparsa di Guido Aristarco, la Cineteca ha promosso una prima schedatura dei fascicoli, propedeutica alla redazione dell'inventario. Il contenuto dei fascicoli è estremamente vario e vi si trovano materiali che datano dal 1912 fino al 1996; la documentazione si riferisce alle sue attività di caporedattore di "Cinema Nuovo", di autore di pubblicazioni, ma anche di professore universitario, prima presso l'Ateneo torinese (dal 1973) poi, presso l’Università La Sapienza di Roma (dal 1983) e infine presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Anche se in misura minore, non mancano le testimonianze su altre attività tra cui l'insegnamento presso l’Università La Statale di Milano (1958 - 1960) e bozze di articoli a partire dalla fine degli anni Quaranta, quando scriveva recensioni per "La Voce di Mantova", "Il Corriere Padano di Ferrara" e per diverse riviste dei Guf.
A partire dalla ricchezza e varietà delle carte (moltissima la corrispondenza) conservate presso la Cineteca di Bologna, si può ipotizzare che questa parte del fondo rappresenti le fasi preparatorie e di elaborazione del suo pensiero critico, del suo approccio didattico che si espliciteranno poi in articoli, saggi, convegni e corsi di insegnamento. In sintesi il suo laboratorio personale.
Info
Il fondo è consultabile su appuntamento.
Per i materiali cartacei contattare:
michela.zegna@cineteca.bologna.it
tel. 051 2195318
Per finalità di studio e ricerca è possibile richiedere a pagamento la duplicazione digitale o in fotocopia di 20 pagine di documenti originali. Nel caso di richiesta di riproduzione di originali per altre finalità, la Cineteca fornirà un preventivo dei costi, nel rispetto della legge vigente sulla tutela del diritto d'autore.