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Giorni d'amore e di censura

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In un breve articolo apparso su "L'Unità", il 28 ottobre 1954, si apprende che mentre il regista Giuseppe De Santis si trovava all'estero, la casa di produzione Excelsa Film ha ritenuto opportuno – senza comunicarlo all'autore – modificare il suo film Giorni d'amore (disponibile in streaming nel secondo programma del progetto Il Cinema Ritrovato | Fuori Sala), tagliandolo e rimontandolo secondo il proprio estro e quello del distributore, la Minerva Film. Il compito è stato affidato al direttore del noleggio Piscioneri e a Carlo Ponti che non ha avuto alcun ruolo nella realizzazione del film.

Il tema della 'fuitina' di due giovani innamorati, Angela e Pasquale (interpretati da Marina Vlady e Marcello Mastroianni), che non hanno mezzi per affrontare le spese di un matrimonio regolare, permette a De Santis di raccontare la sua terra d'origine, la Ciociaria, senza compiacimenti; offre agli spettatori una vicenda delicata ma complessa, i cui protagonisti non sono la rappresentazione idealizzata della società contadina meridionale a cui appartengono. Sono veri come il loro amore che vive le contraddizioni di consuetudini millenarie da un lato, mentre dell'altro deve fare i conti con una società che sente i primi morsi del benessere, ma è condannata a restarne ai margini.
Così il discorso, tra il serio e il faceto, non piace alla Comissione che, per concedere il visto di censura, il 14 giugno del 1954 propone una serie di modifiche tra cui: "che sia modificata la battuta di Oreste Droppio: «Sono anni che facciamo finta di mangiare tutti i giorni, che tutto va bene» e dello stesso personaggio "la battuta, in tono messianico: «E non ci basteranno mai...» (circa i denari che non bastano)".
Le modifiche che il 29 settembre la Commissione dichiara essere state effettuate non sono frutto di un concerto tra il produttore/distributore e il regista come riportato dall'"Unità" il 28 ottobre e ribadito il 2 novembre, in un articolo firmato da Aldo Scagnetti. Il critico scrive che la ragione dei cambiamenti sta nella necessità di "sveltire il film, di dargli un ritmo rapido, all'americana", ma è evidente che il sottotesto è un altro; di certe cose non si può parlare, men che meno farle vedere. E del parere dell'autore si può fare meno.
De Santis non demorde e decide di presentare un ricorso contro la Excelsa e la Minerva. Il risultato è che il film torna al vaglio della Commissione il 16 dicembre e, per ricevere il visto (sarà comunque vietato ai minori di sedici anni) dovrà essere 'ripulito' da tutte quelle battute e scene in cui si è posto l'accento sulla sensualità della Vlady:
"1) che sia eliminata la scena e la battuta in cui appaiono i due protagonisti Mastroianni e Vlady ed il primo dice rivolto alla seconda "Stai più composta"; - 2) che sia eliminata la scena e la relativa battuta di dialogo in cui la Vlady si scopre le gambe dicendo:" Vedi che ho le gambe dritte"; - 3) che nella scena in cui si vede la protagonista Vlady uscire dal mare e correre sulla spiaggia con il protagonista Mastroianni, sia eliminata la sequenza nella quale appare la Vlady sdraiata sulla spiaggia che si fa baciare da Mastroianni".

Michela Zegna, responsabile archivi cartacei della Cineteca di Bologna


Nella gallery

1 A. Scagnetti, "I tagli al film di De Santis e i rapporti tra regista e produttore", L'Unità, 2 novembre 1954, Fondo Calendoli.
2 AA. VV., "Arbitrari tagli a un film di De Santis", L'Unità, 28 ottobre 1954, Fondo Calendoli.
3 U. Barbaro, "Giorni d'amore", Vie Nuove, 20 febbraio 1955, Fondo Calendoli.


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