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Franca Faldini intervista Ruggero Mastroianni

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Dopo aver lavorato per qualche mese, senza essere retribuito, al Centro Safa Palatino come ragazzo del "giunto al montaggio", inizia a fare l’assistente di Roberto Cinquini e Mario Serandrei: è con loro che impara il vero mestiere, appassionandosi soprattutto alla fase finale, cioè quando si applicano gli effetti speciali e i rumori, lavoro difficile quando si tratta di uniformare il suono per le scene girate in presa diretta. Analizza, poi, le più importanti trasformazioni nel mondo del montaggio attraverso gli anni (fondamentale l’introduzione della pressa Catozzo) e di come sia stato innovativo il lavoro con Elio Petri per L'assassino.
Parla molto bene della collaborazione con Rosi, Visconti, Monicelli ma soprattutto della sua simbiosi con Fellini. Solo con Bellocchio per Sbatti il mostro in prima pagina ha avuto problemi di comunicazione. Definisce il montaggio una rilettura con l’aggiunta della punteggiatura. Alla domanda se in fase di montaggio interviene il produttore, risponde che l’unico caso è quello di Ponti per Ieri, oggi e domani, dove inverte la sequenza degli episodi; poi cita Goffredo Lombardo e la simpatia di De Laurentiis. Il primo film che monta da solo è Vento del Sud di Enzo Provenzale. Conclude raccontando come dal 1952, quando lui inizia a lavorare, nel cinema cominci a cambiare il rapporto tra regista, collaboratori e maestranze, diventando molto più amichevole e umano, facendo così migliorare anche la qualità del prodotto realizzato.