Franca Faldini intervista Franco Cristaldi
Il taglio dell'intervista è fortemente autobiografico: Cristaldi, infatti, inizia a raccontare della sua esperienza nella lotta partigiana nell’Italia del nord. Ma l'incontro con Anna Magnani e Roberto Rossellini per Roma città aperta suggella in maniera definitiva la sua passione per il cinema.
Dopo aver cercato con la società di produzione Vides, specializzata in documentari, di far rinascere il cinema a Torino e aver realizzato il suo primo film, La pattuglia sperduta, si sposta definitivamente a Roma. Subisce il fascino intellettuale di Rossellini ma il progetto di un film insieme, Il Messia, fallisce per i contrasti nati tra i due: opposte le loro visioni del cinema, "avventurosa" quella di Rossellini, "manageriale", di Cristaldi.
Dopo aver parlato degli aspetti più commerciali del cinema (come il rapporto tra produzione e distribuzione), analizza i cambiamenti del lavoro in seguito all'affermarsi della televisione e alla trasformazione del cinema da artigianato a industria. Riflette amaramente sulla trasformazione della figura del produttore ora diventato un "funzionario che lavora a tavolino e non in campo". Si sofferma, poi, sul rapporto con Fellini ai tempi di Amarcord, raccontando simpatici aneddoti sulle scuse trovate di volta in volta dal regista per non andare mai a ritirare i premi vinti. Mentre finisce a insulti il tentativo di collaborazione con Visconti, molto amichevole il rapporto con Zurlini per la lavorazione di La ragazza con la valigia. Analizzando la crisi del cinema politico, sostiene che deve trovare una nuova chiave di interpretazione della realtà al passo con i tempi, citando Pontecorvo, Franco Solinas e Ugo Pirro. Infine, una stoccatina ai nuovi attori ai quali rimprovera di avere un successo facile ma effimero.
Dopo aver cercato con la società di produzione Vides, specializzata in documentari, di far rinascere il cinema a Torino e aver realizzato il suo primo film, La pattuglia sperduta, si sposta definitivamente a Roma. Subisce il fascino intellettuale di Rossellini ma il progetto di un film insieme, Il Messia, fallisce per i contrasti nati tra i due: opposte le loro visioni del cinema, "avventurosa" quella di Rossellini, "manageriale", di Cristaldi.
Dopo aver parlato degli aspetti più commerciali del cinema (come il rapporto tra produzione e distribuzione), analizza i cambiamenti del lavoro in seguito all'affermarsi della televisione e alla trasformazione del cinema da artigianato a industria. Riflette amaramente sulla trasformazione della figura del produttore ora diventato un "funzionario che lavora a tavolino e non in campo". Si sofferma, poi, sul rapporto con Fellini ai tempi di Amarcord, raccontando simpatici aneddoti sulle scuse trovate di volta in volta dal regista per non andare mai a ritirare i premi vinti. Mentre finisce a insulti il tentativo di collaborazione con Visconti, molto amichevole il rapporto con Zurlini per la lavorazione di La ragazza con la valigia. Analizzando la crisi del cinema politico, sostiene che deve trovare una nuova chiave di interpretazione della realtà al passo con i tempi, citando Pontecorvo, Franco Solinas e Ugo Pirro. Infine, una stoccatina ai nuovi attori ai quali rimprovera di avere un successo facile ma effimero.