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La battaglia di Algeri: "scandale à Venise"

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La 73ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia celebra il 50° anniversario del Leone d’Oro al film di Gillo Pontecorvo La battaglia di Algeri con il restauro della versione franco-araba, realizzato dalla Cineteca di Bologna e dall’Istituto Luce - Cinecittà, in collaborazione con Surf Film Srl e Casbah Entertainment, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.

In questa occasione presentiamo una breve rassegna stampa d'epoca, italiana e francese, che testimonia dell'indignata reazione della Francia, nel 1966, davanti alla vittoria del Leone d'Oro da parte del film di Pontecorvo:


"La delegazione ufficiale francese alla Mostra del cinema ha lasciato al completo il Lido in segno di protesta contro la premiazione della Battaglia di Algeri di Pontecorvo. Il pubbico e i critici hanno commentato il gesto francese accogliendo la notizia della premiazione del film di Pontecorvo con una gande ovazione e prolungati applausi".
Lino Micciché, Leone d'oro alla 'Battaglia di Algeri', in Avanti!, 11 settembre 1966



"La battaglia di Algeri è un film bello, onesto e civile, che si sforza di capire i combattenti di entrambi le parti. L'opera di Bresson, nella sua nobile moralità, è di più alta poesia. Dopo quattro anni di vittorie italiane si poteva anche scegliere un lavoro straniero. Tuttavia non si può parlare, come hanno fatto certi francesi, di 'pugnalata alla schiena'. Al Lido, la giuria è un po' simile (tutti lo sanno) ad un comitato dell'ONU".
Enzo Biagi, Pontecorvo forse non meritava il Leone ma i francesi, decisamente, esagerano, in La Stampa, 14 settembre 1966



"Nessuna sequenza del film di Pontecorvo dovrà apparire sul video. I critici cinematografici ed i telecronisti, così come gli invitati speciali della televisione a Venezia, devono limitarsi ad elencare i nomi delle pellicole, dei registi e degli interpreti premiati, senza commenti".
Vice, 'La battaglia di Algeri' proibita alla TV di Francia, in La Stampa, 14 settembre 1966



"Pour la cinquième fois consecutive, un cineaste italien aura obtenu le Lion d'Or. Nous étions prêts à accepter, la tristesse au coeur, même un film violemment antifrançais, si ce film avait été un chef-d'oeuvre. La bataille d'Alger est une oeuvre médiocre, une oeuvre que ne méritait pas d'être préférée à Au hasard Baltazar et à Fahrenheit 451. Voilà le vrai scandale, si scandale il y a".
Michel Aubriant, 'La bataille d'Alger': le vrai scandale, in Le Nouveau Candide, 19-25 settembre 1966



"Non a caso parliamo di monumento. La battaglia di Algeri, film italo-algerino, nel quale è narrata la lotta degli algerini contro i francesi, rivela un intelligente e adeguato uso del modulo neorealista per fini celebrativi ed epici. Intimista, verista e sentimentale sul piano del dramma individuale, il neorealismo rivela tutte le sue possibilità nella narrazione e nell'esaltazione di un evento collettivo".
Alberto Moravia, I monumenti della rivoluzione, in L'Espresso, 23 ottobre 1966


"Voici que nous est enfin présentée cette Bataille d'Alger, fameuse par la kyrielle de récompenses internationales qui la précèdent et par le mini-scandale, à Venise, en 1966, d'une abstention assez sotte de la délégation française à sa présentation, qui n'a pas peu contribué à lui faire décerner l Lion d'or. Peut-être, pour juger en toute sérénité ce premier long métrage algérien, ce recul de quatre ans était-il-salutaire.S'il s'agit d'une coproduction italo-algérienne, si metteur en scène, cénariste, techniciens sont italiens et quelques acteur français, la participation des habitants d'Alger et de sa Casbah à une oeuvre tournée sur les lieux mêmes et surtout la présence au générique du chef F.L.N. Yacef Saadi ne laisent aucun doute sur la nationalité de cette fresque historique.
Calme, jamais effaré de sa propre audace, Gillo Pontecorvo signe une oeuvre pleine de respect et de soin, une oeuvre probe où rien ne choque. Ce n'était guère facile".
Gille Jacob, A feu et à sang, in Les Nouvelles Littéraires, 4 giugno 1970


La rassegna stampa qui presentata proviene dal Fondo Giovanni Calendoli / Patrimonio Archivistico della Cineteca di Bologna. Il Fondo è consultabile su prenotazione.

 

 

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