Schermi e Lavagne

Viaggio

La marcia dei pinguini

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di Luc Jacquet (USA/Francia, 2005)
(da 11 anni)

 

Trama

Ogni anno in Antartide migliaia di pinguini imperatori devono migrare in un territorio particolare, l’unico con le condizioni climatiche adatte alla nascita e al primo sviluppo dei loro piccoli. Questo documentario segue una colonia, dal momento dell’aggregazione a pochi passi dall’oceano al luogo deputato al parto, lungo un percorso di incredibile lunghezza. L’intero ciclo dura mesi, i pericoli sono innumerevoli, e la selezione naturale durissima. Terminata la prima marcia, che ha già mietuto le sue vittime, le femmine depongono l’uovo e lo affidano alle cure del maschio, che deve tenerlo al riparo e al caldo col proprio corpo per due mesi, durante i quali la madre riprende la marcia, verso l’oceano e il cibo. Il loro ritorno coincide con la nascita del piccolo: mentre le femmine li curano, i maschi marciano per cercare a loro volta il cibo, dopo un digiuno di mesi al gelo. Solo quando tornerà, la famiglia, riunita, potrà affrontare l’ultima tappa insieme, la marcia di ritorno all’oceano.

Commento

Il documentario, davvero stupefacente e di grande interesse, racconta di un ciclo della vita quasi totalmente sconosciuto, di un lunghissimo rituale che sembra impossibile si possa ripetere ogni anno, basato dal primo all’ultimo momento sul viaggio. L’impresa lascia a bocca aperta, al punto che per la prima volta abbiamo la percezione della eroicità di questi animali così buffi, persino ridicoli, tutta raccolta nell’andare, in un transito che non ha pause nemmeno davanti alle espressioni più crudeli della natura. Il fine ultimo della procreazione rende la missione ancor più alta, e l’ambientazione polare, fatta di bianco splendente e poco altro, trasforma i pinguini in esseri quasi soprannaturali, delle macchine magiche fatte per marciare.
L’impresa riesce anche alla troupe che si è cimentata alla lavorazione, perchè il documentario ha tutti i connotati di un vero e proprio film, e non annoia mai: un ottimo montaggio ha permesso di mantenere alto il ritmo, e ci mette a disposizione una varietà di registri completa, alternando i momenti di tensione a quelli più teneri, gli eventi drammatici a riuscite parentesi comiche, che hanno buon gioco ad approfittare della natura più conosciuta dei pinguini.
Il film è così riuscito da non necessitare della voce narrante, quella di un buon Fiorello che ha però a che fare con testi (non fedeli all’originale) evidentemente pensati per un pubblico infantile, che forse tolgono qualcosa a un esperimento davvero andato a buon fine.

Parole chiave

Ciclo della vita, rapporti familiari, coraggio

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