Schermi e Lavagne

Viaggio

Le avventure di Huckleberry Finn

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di Mark Twain (Einaudi, 1981)
(da 14 anni)

 

Trama

Non è facile per Huck, ragazzo vagabondo del piccolo paesino di St. Petersburg sulle rive del Mississippi, trovarsi improvvisamente ricco alla fine delle avventure vissute insieme all’inseparabile Tom Sawyer. Possedere denaro vuol dire inevitabilmente attirare le maglie della società che si muove a catturarlo o attraverso la subdola “civilizzazione” della vedova Douglas o con l’irruzione del padre violento e alcolizzato che improvvisamente riappare per impossessarsi della somma. L’unica vera soluzione è la fuga: dopo aver messo in scena il proprio stesso omicidio, Huck si abbandona alla corrente salvifica del fiume a bordo di una zattera. Inaspettato compagno di viaggio sarà Jim, nero in fuga dalla schiavitù e con la speranza di riscattare la propria famiglia. I due vivranno incontri e avventure che via via diventano sempre più cupe e tragiche, mostrando la violenza e la miseria morale delle comunità che vivono sulla costa. Alla fine Huck rischia di essere di nuovo catturato dalla società e non può che rinnovare la fuga verso i territori indiani che sembrano piuttosto incarnare i contorni di una vana utopia.

Citazione

«Quando mi sveglio, dapprima non riesco a capire dove mi trovo. Mi rizzo a sedere, mi guardo in giro un po’ spaventato, ma poi comincio a ricordare. Il fiume aveva l’aria di stendersi per miglia e miglia. La luna era così chiara che potevo contare tutti i tronchi d’albero che galleggiavano sul fiume, neri e tranquilli a centinaia di jarde dalla riva. Tutto era completamente silenzioso, e si capiva che era tardi, si sentiva quasi dall’odore ch’era tardi. Voi capite cosa voglio dire, ma non so trovare le parole giuste.»

Commento

Inutile celebrare la grandezza di un romanzo che per Hemingway era il vero inizio della storia del letteratura americana. Letta oggi, la fuga di Huck mantiene tutta la sua forza e la sua attualità: per il coraggio con cui mette in evidenza i meccanismi sociali e psicologici del razzismo e per la lucidità con cui rappresenta lo scontro tra il sogno di un’assoluta libertà e le costrizioni di una società alla deriva ma sufficientemente forte per frantumare quel sogno. La figura di Huck, abbandonato alla corrente del fiume fino diventare tutt’uno con il suo fluire e coerente solo al proprio codice morale nel coltivare l’amicizia con Jim, è ancora oggi grande icona dell’adolescenza. Di essa conserva il contrasto con il mondo degli adulti, una radicata malinconia che ha nel silenzio e nella solitudine il proprio naturale approdo, e soprattutto quel senso di indefinitezza di chi si trova a vivere costantemente sulla soglia, tra natura e cultura, tra passato e futuro, tra slancio e disillusione.

Parole chiave

Libertà, razzismo, fuga, malinconia

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Adattamenti per il cinema
Trasposizione a fumetti: Le avventure di Huckleberry Finn di Antonio Tettamanti e Lorenzo Mattotti (Ottaviano Editore, 1978)
Canzone ispirata al personaggio: Saint Huck di Nick Cave and the Bad Seeds (da From here to eternity (Mute Records, GB, 1984)