Perdersi nell'altrove
In una società che vive quotidianamente nella e della mobilità, la parola viaggio, e ancor di più la sua consapevole esperienza, rischia di perdere di specificità e valore. O meglio, dovremmo distinguere tante tipologie di viaggio, a seconda delle motivazioni che lo provocano: lavoro, desiderio di vacanze, ma anche guerre o persecuzioni.
L’avventura rimane la forma più “pura” del viaggio, perché vive della sua imprevedibilità, si abbandona alla scoperta del futuro. “L’avvenire è ambiguo innanzitutto perché è certo e incerto al tempo stesso. Quello che è certo è che il futuro sarà, che avverrà un avvenire; ma quello che quest’avvenire sarà: ecco, questo rimane nelle brume dell’incertezza.” (Jankélévitch, p. 10).
È proprio questa ambiguità, questa incertezza a far sì che l’avventura ha bisogno di un altrove: non importa se siano giungle o deserti, se siano metropoli, mondi fantastici o la strada che si fa da soli per la prima volta per andare a scuola: l’importante è la possibilità di perdersi. Solo in questo modo il viaggio si trasforma in prova, in iniziazione. Riflettere sull’avventura oggi vuol dire anche questo: comprendere quanto la nostra società permetta ai più giovani di perdersi davvero, per potersi poi ritrovare più grandi.
Romanzi
11-13 anni
G. Durrell, Un viaggio fantastico, Mondadori, Milano, 1988
P. Pullman, La bussola d’oro, Salani, Milano, 2007
J. Verne, Ventimila leghe sotto i mari, Einaudi, Torino, 2008
14-16 anni
E. Salgari, I misteri della giungla nera, Einaudi, Torino, 2007
B. Tognolini, Lilim del tramonto, TEA, Milano, 2007
D. Adams, Guida galattica per gli autostoppisti, Mondadori, Milano, 1999
Film
H. Miyazaki, La città incantata, Giappone, 2003
D. Cronenberg, Existenz, Canada, 1999
Fumetti
J. Smith, Bone (voll. 1-5), Panini, Modena, 2006-2008
Videogiochi
Super Mario Galaxy, Nintendo, 2007