Schermi e Lavagne

Viaggio

Il ragazzo sbagliato

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di Willy Russell (Rizzoli, 2002)
(da 14 anni)

Trama

È la storia di un viaggio di formazione, tra la fuga e l’esilio, di Raymond, conseguenza di una serie di equivoci e fraintendimenti che segnano a fuoco la sua vita. Sin da quand’era piccolo, dopo un incidente seguito ad un gioco innocente ma scabroso inventato da lui, è considerato un ragazzo cattivo, pericoloso, asociale, ogni sua azione mal interpretata, e viene costretto a un triste pellegrinaggio tra scuole speciali e ospedali psichiatrici, convintosi, ormai anche lui, di essere davvero un ragazzo sbagliato: per interrompere un crescendo inarrestabile di accuse e sospetti, Raymond viene spedito a lavorare in un cantiere in una città lontana. Durante il viaggio, avventuroso e solitario, il ragazzo scrive, senza spedire mai, lettere al suo beniamino, il cantante Morrisey, e gli racconta con uno sguardo nuovo paesaggi, vicende e pensieri, della sua mitica nonna che non c’è più, dell’ipocrisia e del malessere che si respira in famiglia, e di come la passione per la musica lo stia salvando, e lo stia aiutando a costruire un futuro positivo.

Citazione

Una piazzola di sosta sulla A58, periferia di Halifax.

"Caro Morrisey,quegli scemi dei moquettisti mi hanno lasciato qui. Mentre scendevo dal furgone mi hanno indicato la città e hanno detto: "Eccoci qui, Padre, noi siamo arrivati". Io do un’occhiata ai piedi della collina e vedo una distesa di pizzerie, villette prefabbricate spruzzate di ciottoli e palazzi in stile vittoriano variamente artefatto. "Questa è Halifax" annuncia orgoglioso il conducente. "Grazie per l’informazione" rispondo io. "Potevo scambiarla per Parigi!" (…) A quel punto mi sono arreso e mi sono seduto ai piedi di un cartello stradale. Comincio a pensare che avrei fatto meglio ad andare a Grimsby in pullman, come avevo detto alla mamma. Ma in un certo senso fare l’autostop mi sembrava più romantico: un degno omaggio ai miei ultimi, e pochi, giorni di libertà. Comincio a sospettare che abbandonare la mia abituale prudenza per flirtare con la capricciosa ninfa dell’avventura sia stato un errore."

Commento

Sia per la forma, un susseguirsi di lettere che nell’insieme assomigliano ad un profondo e sgangherato diario intimo, sia per il tono disincantato e ironico, sia per il girovagare solitario del giovane protagonista, per la sua totale alterità e dolcezza, il romanzo si presenta come un discendente diretto de Il giovane Holden di Salinger. Quello che conta è lo sguardo, il modo di leggere la realtà, sia del protagonista che dei tanti adulti che hanno già deciso chi egli sia. La critica sociale, il carattere malinconico di Raymond e l’amarezza della situazione sono stemperati da una scrittura in prima persona trascinante, fresca e spesso esilarante, con una certa dose di turpiloquio che però è legittima e mai davvero fastidiosa. Centrale in tutto il romanzo lo sforzo di costruire una propria identità a partire dalle scelte e dalle influenze culturali preferite (pop o colte), in opposizione al conformismo, alla disattenzione, alla miopia di certe consuetudini sociali.

Parole chiave

Diversità, ingiustizia, rapporto con la società

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