Schermi e Lavagne

Viaggio

La cerva bianca

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Copertina dell'edizione americana

di Gary Paulsen (Mondadori 1994)
(da 12 anni)

 

Trama

John ha tredici anni e va a scuola regolarmente. I suoi genitori sono morti in un incidente aereo quando lui era molto piccolo e da allora vive con i nonni in una fattoria ai margini del bosco. In quest’ambiente matura una sensibilità particolare verso la natura e gli animali, lavora sodo alla stalla e impara a cacciare. Il nonno soffre di cancro, una malattia che tutti e tre si sforzano di accettare. All’uomo restano pochi giorni di vita e sta per iniziare la stagione dei cervi. Per la prima volta John si trova ad affrontare da solo quello che aveva sempre fatto col nonno: “procurarsi la carne con il fucile”, andare a caccia di daini e cervi. Nel bosco incontra una cerva, ma contrariamente al solito John non spara. Da quel momento lo scopo del viaggio non è uccidere l’animale, ma seguirlo finché sarà possibile toccarlo, cosa che avviene dopo un giorno e una notte di corsa estenuante, in cui inseguire la cerva è come cercare di afferrare la vita che il nonno sta perdendo. Quando torna a casa John è a mani vuote, ma può raccontare di aver toccato la cerva bianca, un’esperienza che “cambia tutto” e che il nonno promette di portare con sé.


Citazione

"Nella notte John cambiò. Da colui che insegue il cervo, divenne cerbiatta. Una parte di lui entrò in lei e una parete di lei entrò in lui, nella sua luce bianca, e John non fu più lo stesso. Non sarebbe stato mai più lo stesso. Faceva parte della cerbiatta, della neve e della notte e, pur rimanendo se stesso, perse il suo spirito e ne acquistò uno nuovo".

Commento

Paulsen è, tra gli autori contemporanei di letteratura per ragazzi, il più significativo tra coloro che hanno cercato di rinnovare la tradizione del romanzo d’avventura, mantenendo però un legame molto forte con i temi più profondi del genere, in primis il rapporto e lo scontro con la natura. Qui viene recuperato un topos narrativo classico, la caccia come forma di iniziazione, e sono evidenti gli echi della scuola americana di Hemingway o London. L’avventura qui emerge nelle sue caratteristiche più radicali: la solitudine, la lotta per la sopravvivenza, la fatica, la difficoltà di orientarsi nello spazio. Ma all’esperienza fisica Paulsen accosta con grande sensibilità una trasformazione emotiva e psicologica: una riflessione profonda sulla morte, sulla sua inevitabilità, ma anche sulla possibilità di affrontarla con dignità e speranza. Quella che deriva dalla comprensione di un diverso rapporto tra vita e morte, che, senza falsi buonismi, può essere di continuità invece che di rottura, e la parola “fine” o “perdita” diventano allora concetti da ripensare.


Parole chiave

Crescita, natura, rapporto uomo-animale, solitudine


Approfondimenti in rete

Sull'autore
Sito inglese
Blog
Wikipedia
Gary Paulsen. Sull’avventura e su altre sciocchezze, articolo di Nicola Galli Laforest ('Hamelin' n° 19 – Nostalgia dell’avventura)