Big Fish

di Tim Burton (Usa,2003)
(da 14 anni)

Trama

Edward Bloom è un uomo socievole e ciarliero. Da sempre racconta la sua vita come fosse leggenda e, col tempo, costruisce attorno a se un mito. Il figlio Will, come tutti del resto, gli crede ciecamente da bambino, ma poi si allontana da adulto e tanto più ora, che è in procinto di diventare a sua volta padre, entra in contrasto con Edward e mette in dubbio la sua credibilità. Edward è prossimo alla morte. A letto, per un’intera notte, parla di ciò che ha compiuto e visto dal giorno in cui è nato. Un lungo viaggio fuori dall’ordinario, della stessa materia dei sogni: ecco la vita di Edward Bloom. Will ne capirà il senso solo guardando il padre morire. In quel momento, come si trattasse di un passaggio di consegne tra padre e figlio, Will entra nel mondo fantastico di Edward Bloom e lo riporta dove tutto ha avuto inizio: nel letto del fiume.

Commento

Edward Bloom può infastidire per il suo fare ciarliero e la sua risata sempre pronta, forse, ma dice bene quando afferma che la vita è un viaggio e ha ben compreso un segreto: nel compierlo, mondo reale e mondo fantastico sconfinano spesso, dando l’impressione che tra queste due dimensioni esista continuità, non opposizione. Varrebbe la pena discutere su cosa renda più o meno "vera" un’esperienza: fatti reali o fatti immaginari? È nel raccontarsi che ciascuno dà dignità alla propria esistenza e, a modo proprio, la scrive e/o la riscrive. Se ciò non avvenisse non sapremmo mai chi siamo e chi siamo stati. Raccontarsi o ascoltare racconti di altri è sempre a sua volta un viaggio che cambia la nostra percezione del mondo. Ed è la nostra percezione a rendere, se non reali, "vere" le cose in cui crediamo. La figura del grande pesce, alter ego del personaggio Edward Bloom, offre una lettura aperta della morte: chi muore non cessa di vivere, ma si trasforma in ciò che è sempre stato.