I misteri della giungla nera
(da 14 anni)
Trama
Nella intricatissima jungla indiana Tremal-Naik e il suo fedele scudiero Kammamuri si trovano a dover combattere contro la spietatissima setta segreta dei Thugs. Il protagonista infatti ha scoperto che gli strangolatori Thugs, guidati dallo spietato Soyudana, hanno rapito e tengono prigioniera una ragazza di rara bellezza consacrata alla loro dea: Kaly. La ragazza, Ada, è figlia di un ufficiale inglese a cui è stata sottratta quando era ancora in tenera età ed è tenuta prigioniera in una pagoda. Già prima dell’incontro nella pagoda la ragazza era apparsa a Tremal-Naik in sogno turbandolo profondamente. Quando finalmente la incontra, lo strangolatore di serpenti le si getta ai piedi, le confida il suo amore e le giura che la libererà dalla schiavitù in cui la tengono Soyudana e i suoi uomini. Tra mille peripezie e con l'aiuto dei suoi fedelissimi collaboratori, la tigre Dharma, un cane e Kammamuri, Tremal-naik riuscirà a liberare Ada e dalla loro unione nascerà una bambina. Morta Ada i Thugs ne rapiscono la figlia costringendo Tremal-naik a ricorrere all’aiuto di Sandokan dando inizio ad altre avvincenti avventure.
Citazione
"Aveva neri e vivi gli occhi, candidi i denti, bruna la pelle e dai suoi capelli d’un castagno cupo, ondeggianti sulle spalle, ne veniva un dolce profumo che inebriava i sensi. Ella mi guardò, emise un gemito lungo, straziante, poi scomparve al mio sguardo. Mi sentii incapace di muovermi e rimasi là, colle braccia tese innanzi, trasognato. Quando tornai in me e mi misi a cercarla, la notte era scesa nella jungla, e non vidi né udii più nulla. Chi era quella apparizione? Una donna o uno spirito celeste? Ancora lo ignoro."
Commento
I misteri della jungla nera viene pubblicato a puntate per la prima volta nel 1887 sul quotidiano "Il Telefono" di Livorno con il titolo Gli strangolatori del Gange, più tardi in un altro giornale, "Provincia di Vicenza", con il titolo Gli amori di un selvaggio. Esce in volume solo nel 1895 presso l’editore Donat. Questo è il primo romanzo del ciclo "indo-malese" che fece la fortuna dell’autore. Si sa che Salgari non vide mai i luoghi esotici che hanno ispirato i suoi romanzi; da casa con l’aiuto di mappe e libri sull’India ha costruito un mondo letterario, l’ha sognato. Si è lasciato trasportare dalla fantasia, dal desiderio di vivere egli stesso le avventure che scriveva e, dettagliatamente, ci ha fornito ambientazioni e atmosfere indimenticabili. Le avventure salgariane ci fanno vivere ancora oggi, in cui sembra non ci sia angolo del mondo ancora da scoprire, un senso di spaesamento profondo: nomi di piante mai sentite nominare prima, profumi intensi e pungenti, cadaveri galleggianti nel fiume sacro, gallerie scavate nel sottosuolo che nascondono mondi inquietanti. Il romanzo di Salgari ci mette in contatto con una diversità irriducibile, lontana e magica. Proprio nella sua inattualità è iscritto tutto il suo portato pedagogico: anche i ragazzi di oggi possono trovarvi occasione per perdersi in un altrove che sia fertile all’immaginazione e fuga da una quotidianità che sembra schiacciare tutti al solo presente.
Parole chiave
Esotismo, amore, sotterraneità
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