Schermi e Lavagne

Viaggio

La città incantata

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di Hayao Miyazaki (Giappone, 2003)
(da 11 anni)

 

Trama

Ci sono luoghi che agli adulti sono preclusi. La città incantata è uno di questi. Chihiro, la protagonista, è in macchina con i genitori e sta andando ad abitare in una nuova casa. L’ingresso di un parco dei divertimenti dismesso è la scusa per fare una picnic. Dei tre, lei è l’unica ad avvertire la stranezza del posto, troppo bello per essere vero. In un attimo i genitori vengono trasformati in maiali e Chihiro si trova da sola di fronte a un universo che non conosce. Da questo momento, il problema non è sopravvivere alle molte difficoltà che la città incantata presenta, ma riuscire a tornare a casa ricordando il proprio nome e chi si è. Questo è il regno di una maga che toglie il nome ai suoi sudditi per renderli prigionieri. La bellezza del luogo e la varietà dei fenomeni che vi accadono, contrasta con la pochezza di chi vi abita, creature fantastiche, o molto sciocche o molto crudeli, dai mille volti. Malgrado ciò, qui, Chihiro impara cosa siano la solidarietà e l’amore e trova il modo di tornare indietro.

Commento

Con questo film Miyazaki mette a disposizione tutta il suo talento visionario per concentrarsi sulla condizione dell’infanzia. Gli adulti sono mostrati per quello che sono: irrimediabilmente distanti, facili a comportamenti insensati, incapaci soprattutto di percepire l’esistenza di mondi diversi da quelli che abitualmente attraversano. Al contrario Chihiro ha accesso a un universo straordinario, ma con costi molto alti, sia a livello fisico sia emotivo. Scoraggiarsi vorrebbe dire non tornare più a casa. Entrare nelle proprie paure, invece, è l’unico modo per non esserne prigionieri né da piccoli né da grandi.

Parole chiave

Magia, amore/amicizia, tragedia dell’infanzia

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