Aida al confine
(da 14 anni)
Trama
Aida è di Bologna, ha bisogno di cambiare aria e lasciarsi alle spalle una relazione finita male. Decide di partire, certa che un viaggio le farà bene. Prende il treno per Trieste, una città che ama da sempre e che conosce a fondo perché fu la città dei nonni materni e del padre, morto quando era molto piccola. Durante il suo soggiorno Aida rivede la cugina Mara e vive nella casa di famiglia, un palazzo storico in cui incontra per la prima volta i fantasmi dei nonni e di Nino, un giovane uomo che una sera l’avvicina e che scoprirà non essere propriamente uno sconosciuto. Nino è il fratello maggiore del nonno, una figura che, fino ad allora, era sempre stata rimossa nei racconti di famiglia. Da questo momento Aida concentra ogni sforzo per ricostruire la storia di Nino, che diventa inevitabilmente anche la storia di Trieste e di un pezzo del Novecento. Questo viaggio nella memoria permette ad Aida di riallacciare il presente al passato, aggiungendo un pezzo mancante alla sua vita. Prima di tornare a Bologna, Aida visita la tomba del padre e capisce che i morti vivono dentro di noi, sempre.
Citazione
«Il fronte me lo ricordo… stavamo ore in attesa, sepolti in quelle gallerie sotterranee… piene di morti, di fango, di schifezze… poi saltavamo fuori, oltre i reticolati di filo spinato, in quel pezzo di terra tra la nostra trincea e quella nemica… la cosiddetta terra di nessuno… oltre c’era il nemico, l’ignoto… tutta la nostra generazione è stata segnata dal passaggio da una sensazione di sicurezza alla paura… il ricordo più forte è proprio l’immagine di un limite, di un confine.»
Commento
Si legge fluidamente nonostante i continui salti cronologici tra presente e passato. I riferimenti a episodi storicamente avvenuti sono molto chiari, quasi sempre esplicitati attraverso l’uso di date. Per questo Aida al confine funziona anche come lettura a margine dello studio della storia contemporanea, sollevando il dibattito attorno ai concetti di memoria, rimozione e ricerca delle radici famigliari.
Centrale nella storia è l’atmosfera, notturna, umbratile, sospesa, perfettamente resa nel gioco chiaroscurale. In questo contesto la città di Trieste diventa quasi metaforica, pur nella perfetta riconoscibilità e nell’accuratezza della documentazione: uno luigo un po’ decadente, misterioso, che vive su un confine. Atmosfera e città perfette per l’apparizione di fantasmi; non importa che siano interiori, familiari o collettivi: vanno ascoltati.
In coda al libro c’è una parte documentaria in cui l’autrice racconta la genesi del fumetto e la fase di raccolta dei materiali, una sezione interessante sia per osservare come può nascere un fumetto sia per acquisire informazioni più dettagliate sulla storia della città.
Parole chiave
Rapporto storia/Storia, memoria, rapporti familiari
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Sull'autore
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Intervista
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