Schermi e Lavagne

Sfida

Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani

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di Fabio Geda (Istar Libri, 2007)
(da 14 anni)

Trama

Emil, immigrato romeno di 13 anni con una grande passione per Tex, sta scappando per le strade di Torino, con la ferma volontà di tornare in Romania dal padre, in carcere. Ha appena litigato e colpito l’uomo della matrigna, che si scoprirà poi aver tentato un approccio fisico nei suoi confronti. Dopo essersi rintanato a casa dell’unico amico, Emil incontra dei ragazzi in partenza per Berlino, e con loro, di nascosto, passa la frontiera per seguire le poche tracce che ha del nonno, attore di strada, che probabilmente ora è lì. Tra i suoi accompagnatori Asia, di cui forse si innamora, e che gli fa quasi da mamma, e Nerone, figura ambigua che lo detesta platealmente. Passano qualche giorno in uno stabile occupato, poi Emil scopre che il nonno, ora diretto a Madrid, fino al giorno prima dormiva in una stanza nello stesso piano. La caccia continua, grazie ad un fotografo che lo aiuta, e lo fa arrivare nella capitale spagnola. Con il contributo di tutti i compagni di viaggio riuscirà a raggiungere il nonno, per immaginare finalmente una nuova vita.

Citazione

«C’è chi ha una vita come il Mississippi, liquida, lenta, fertile, e chi, come Tex, rischia ogni giorno di morire di sete nel deserto del sale, di sfracellarsi giù dalla scarpata o di congelare sotto una tormenta.
Ho pensato: Perché io, Emil Sabau? Io non sono Tex. Ho solo 13 anni. Anche se, certo, vorrei.
Ho pensato: Devo partire, andare via, lasciare Torino, lasciare la casa di Assunta. […]
Ho pensato: Marek, stasera posso andare da lui.
Poi sarei partito, sarei tornato in Romania. Avrei trovato mio padre e lo avrei fatto uscire di prigione.»

Commento

Il testo è strutturato totalmente in prima persona, secondo un’alternanza di flusso di pensieri di due dei protagonisti: il grosso è il racconto del ragazzino, che ci racconta quello che ricorda senza filtri, come in una confessione sempre frizzante e piacevole, con tanto di frasi spezzate, collegamenti incongrui, turpiloquio; di tanto in tanto si inseriscono capitoli in cui è un adulto, colui che ha dato il via alla fuga di Emir con un suo gesto sbagliato, a parlare in presa diretta, al presente. Ne risulta uno spiazzante gioco di punti di vista che permette ad entrambi i protagonisti di spiegare le proprie ragioni.
Tra le righe emerge un interessante spaccato dell’Italia contemporanea: l’immigrazione, dolorosa e mai completa, di una famiglia rumena che si divide e non trova quello che cercava, attraverso gli occhi di un ragazzino, e l’instabilità mentale di un giovane e ricco italiano, vincente ma squilibrato nel profondo. Solo la forza d’animo e il coraggio di fare delle scelte indipendenti, e per la verità quasi folli, di Emir, lo salvano da un futuro che la società sembra aver già confezionato per lui, come testimoniano gli esiti cui sono approdati i famigliari: il padre, buono e sfortunato, è in carcere; la matrigna, dolce e remissiva, quasi schiava e incapace di reagire, per paura di perdere quel poco che ha guadagnato con troppo sforzo. Sullo sfondo si percepisce il disastro sociale in cui viviamo, ma in primo piano emergono figure nonostante tutto sane, l’importanza dei rapporti umani, la voglia e la possibilità di costruire un futuro diverso.

Parole chiave

Immigrazione, rapporto infanzia-adulti, fuga, destino

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