Rapporto con il corpo
Se giochiamo a costruire l’identikit dell’avventuriero, ecco che immediatamente immaginiamo una figura che ha il viso segnato, una cicatrice, un tatuaggio, un uncino a posto della mano. Il tradizionale immaginario avventuroso condiziona molto, certo, ma anch’esso non fa che accentuare la dichiarazione della profonda corporeità che lo caratterizza. Se l’avventura è prova, iniziazione, esperienza, è attraverso il corpo che la si vive e attraverso il corpo che si rende visibile il suo compimento.
Questo inscindibile legame tra crescita e corporeità è centrale anche se ci sposta dalle finzioni alla realtà: la negazione della fisicità, delle sue imperfezioni, del suo invecchiamento, che contraddistingue la nostra quotidianità si ripercuote sui processi di maturazione delle nuove generazioni. Basti pensare all’eliminazione di spazi in cui l’infanzia può giocare da sola, prato cortile o strada che sia, e al fascino per gli sport estremi, per i tatuaggi o i piercing, alla diffusione di malattie come l’anoressia e la bulimia e della chirurgia plastica a cui ricorrono ragazzi sempre più giovani: tutti sintomi di un corpo negato e rivendicato insieme.
Romanzi
11-13 anni
L. Pergaud, La guerra dei bottoni, Fabbri, Milano, 2006
S. Gandolfi, Pasta di drago, Salani, Milano, 1996
A. Lindgren, Ronja, Mondadori, Milano, 1999
14-16 anni
J. Krakauer, Nelle terre estreme, Corbaccio, Milano, 2008
W. Golding, Il signore delle mosche, Mondadori, Milano, 2001
A. Carter, La bottega dei giocattoli, Fanucci, Roma, 2002
Film
P. Weir, Picnic a Hanging Rock, Australia, 1975
R. Zemeckis, Cast Away, USA, 2000
Fumetti
M. Rabagliati, Paul ha un lavoro estivo, Coconino press, Bologna, 2004
Videogiochi
Wii Fit, Nintendo, 2008