Schermi e Lavagne

Nostalgia

Il figlio dei ghiacci

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di Gary Paulsen (Mondadori, 1994)
(da 12 anni)

Trama

Russell, giovane eschimese, non sopporta la modernità, che ha preso il posto delle tradizioni e dimenticato la saggezza degli anziani. Al villaggio, tra spazzaneve scintillanti e case che sono piccole scatole, l'unico residuo del passato è il vecchio Oogruk, che sente il senso di insoddisfazione del ragazzo, gli fa da maestro in un apprendistato fatto di storie, e gli insegna che tutta la loro cultura in estinzione sta nelle "canzoni", sorta di totem che raccontano il carattere più profondo di ognuno. L'iniziazione, introdotta da uno stato di trance in cui Russell diventa un tutt'uno con la natura, passa per lunghi viaggi tra le nevi, battute di caccia, solitudine, amore per gli animali, e deve terminare con un atto di coraggio e l'accettazione totale delle terribili regole della natura: come facevano gli antenati, il ragazzo deve condurre il vecchio a morire tra i ghiacci.
Divenuto uomo, con la guida di strani sogni che gli fanno vedere il futuro, Russell parte per un viaggio solitario, in compagnia dei soli fedeli cani da slitta, che lo porterà a incontrare la donna della sua vita, e a creare la "canzone" per le sue bestie, segno dell'avvenuta fusione totale con la natura e con la storia remota del suo popolo.

Citazione

«Quando abbiamo rinunciato alle nostre canzoni per paura dell'inferno, abbiamo rinunciato anche a quel che avevamo dentro. Se vivessimo come una volta, forse le canzoni ritornerebbero. Forse. Se vivessimo di nuovo nel modo giusto. -
La sua voce diventò triste e fioca. -Ma nessuno lo fa.-
- Lo farò io.-
La frase gli uscì senza che se ne rendesse conto. Una semplice affermazione. Tre parole. E dopo averle pronunciate, Russell capì di aver voluto dire proprio questo: doveva tornare indietro. »

Commento

Tema fondamentale di questo romanzo è l'iniziazione, l'insieme di riti di passaggio che le culture moderne hanno voluto cancellare, e che il giovane protagonista, dopo aver capito che la sua vita non lo soddisfa, ricerca e affronta. Le prove non sono casuali o preparate dal destino, che subentrerà solo nella seconda parte a sancire l'avvenuta formazione, ma esplicitate come in un programma scolastico ben definito, che il vecchio, unico depositario di questa antica tradizione, dispone. Certo, è fondamentale la disposizione di partenza di Russell: non fosse per la sua insistenza, il villaggio non avrebbe nulla da offrirgli, perso nelle sue nuove comodità. Solo la sua diversità rispetto agli altri gli fa cogliere la ricchezza nascosta in un mondo che evidentemente si sta estinguendo. Il vecchio è una carismatica figura di Maestro, e mette in luce ancora una volta, come spesso accade nella letteratura per ragazzi, da una parte che per far scattare la scintilla è utile saltare una generazione (sono tanti gli esempi di formazione da anziano a bambino), dall'altra che è facile che chi insegna sia un marginale, una persona "non conforme": qualcuno insomma che sappia essere collegamento con un altro mondo.
Come nelle iniziazioni classiche, gli strumenti di passaggio delle conoscenze sono due: l'azione che affronta il pericolo, e la narrazione, che qui torna più volte sotto forma di sogno e di canzone. Il percorso si completa quando, cogliendo la bellezza della natura, Russell sente la sua piena adesione al mondo e alla vita.

Parole chiave

Iniziazione, rapporto vecchio-bambino, diversità

Approfondimenti in rete

Sull'autore
Sito (in inglese)
Blog
Wikipedia
Gary Paulsen. Sull’avventura e su altre sciocchezze ('Hamelin' n° 19, Nostalgia dell’avventura)