THE SECRET MAN e STRAIGHT SHOOTING
THE SECRET MAN (L'uomo segreto, USA/1917) R.: John Ford (come Jack Ford). D.: 14'. Did. inglesi
Frammento superstite del secondo film con Harry Carey, The Secret Man anticipa, con il suo titolo, The Quiet Man (Un uomo tranquillo, 1952), suggerendo le profondità nascoste che Ford stava già esplorando con i suoi enigmatici eroi. Questo spezzone visivamente ambizioso, che evidenzia un talento già maturo per la composizione, rivela un intreccio che anticipa quello che il regista considerava il proprio preferito tra i suoi film muti, la pellicola perduta del 1919 con Harry Carey dal titolo Marked Men, una versione del romanzo breve di Peter B. Kyne The Three Godfathers, poi adattato da Ford nel western in Technicolor del 1948 3 Godfathers (In nome di Dio) con John Wayne. In The Secret Man il fuorilegge Cheyenne Harry (Carey), uno dei "buoni cattivi" tanto amati da Ford, si imbatte in una ragazzina (Elizabeth Jones) che sta morendo di sete dopo l'incidente di una diligenza e la salva, anche se sa che questo gli costerà la libertà.
STRAIGHT SHOOTING (Centro!, USA/1917) R.: John Ford (come Jack Ford). D.: 68'. Did. inglesi
Straight Shooting fu ritrovato nel 1996. Caratterizzato da una maestria sorprendente in un regista ventitreenne, rivela una sottile padronanza della narrazione per immagini. Lo stile di Ford è già riconoscibile; nel film di debutto sono presenti alcuni dei temi visivi che verranno esplorati nei capolavori della maturità, come Stagecoach (Ombre rosse, 1939) e The Searchers (Sentieri selvaggi, 1956). L'intreccio di Straight Shooting, basato su una guerra tra allevatori e fattori, suona fin troppo familiare essendo stato sfruttato da molti western girati prima e dopo, e l'interpretazione è talvolta guastata dal ricorso eccessivo a cliché melodrammatici; ma Ford si accosta al tema con una forza e una raffinatezza che a novant'anni di distanza rendono il film ancora appassionante ed emotivamente coinvolgente.
Fin dalla prima inquadratura sappiamo di trovarci nelle mani di un regista nato, dotato di un senso della composizione fresco e vivido. Straight Shooting già esemplifica l'eloquente descrizione fatta da Andrew Sarris, secondo il quale lo stile visivo di Ford "evolve quasi miracolosamente verso una doppia visione un cui un evento è colto in tutta la sua vitale immediatezza e simultaneamente nella sua immaginericordo all'orizzonte della Storia". In parte frutto dell'abitudine quasi religiosa di Ford di considerare la vita quotidiana dal punto di vista dell'eternità, questo dualismo della sua visione del mondo spiega la profondità data al personaggio di Cheyenne Harry (Harry Carey) in Straight Shooting, un sicario che rinuncia a uccidere quando si trova davanti una famiglia di frontiera in difficoltà. Dal punto di vista tematico, il film inaugura uno degli interessi dominanti dell'opera di Ford, il conflitto tra nomadismo e stabilità, o quello che, in un contesto più ampio, The Man Who Shot Liberty Valance (L'uomo che uccise Liberty Valance, 1962) definirà come conflitto tra "natura selvaggia" e "giardino della civiltà". Ma il doppio finale di Straight Shooting [dovuto al rimontaggio dopo la prima uscita] sembra particolarmente adatto a esprimere l'io scisso del giovane regista.
(da Searching for John Ford)
Presenta Joseph McBride
Accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau
Tariffe:
Biglietto per fasce orarie (valido tutta la mattina o tutto il pomeriggio):
Intero: Euro 6
Ridotto: Euro 4 (soci FICC, studenti universitari e anziani
Ridotto Amici della Cineteca: Euro 3,00
Info e abbonamenti
Numero posti: 174
Aria Condizionata
Accesso e servizi per disabili
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