THEY MADE ME A FUGITIVE
(Sono un criminale, Gb/1947) R.: Alberto Cavalcanti. D.: 100'
Alberto Cavalcanti, la cui carriera cosmopolita è una delle più eccezionali della storia del cinema, alla fine degli anni Quaranta fece un'altra delle sue tante incursioni in nuovi territori con due dei migliori esempi di film noir e della sua originalissima variante britannica, They Made Me a Fugitive (1947) e For Them that Trespass (1949). Il primo è l'avvincente studio di un'epoca claustrofobica, la cui atmosfera si riversa in tutti gli ambienti: la strada, il pub, una squallida abitazione o una prigione. Il clima è un po' alleviato da un umorismo nero e caustico, che tuttavia apre solo altre trappole di manipolazione e corruzione. Su "Sight and Sound" Arthur Vesselo osservava infatti che il film "avrebbe potuto benissimo uscire direttamente dagli studios tedeschi degli anni Venti". E Raymond Durgnat scrive di una "bizzarra poesia distillata dalla strana mescolanza di umorismo, brutalità e sordido realismo".
They Made Me a Fugitive appartiene ai film dedicati agli spiv, piccoli criminali esperti nell'arte di arrangiarsi - qui rappresentati dal sinistro figuro di nome Narcy (Griffith Jones) - che si ritrovano altrove in personaggi interpretati in quegli anni da Richard Attenborough, Stewart Granger o Dirk Bogarde. Robert Murphy ha visto Narcy come uno dei grandi ritratti di cattivo del cinema britannico, "vero eroe disgustoso della classe operaia". Ancor più fondamentale è Trevor Howard, ambiguo ex ufficiale della RAF dedito al mercato nero che Raymond Durgnat definì "un cinico finito in mezzo ai delinquenti, caustico, riflessivo ed esplosivo come Bogart". E aggiungeva: "Questa sordida mescolanza di meschinità e sadismo è il pezzo d'atmosfera più poetico e fosco di Cavalcanti dagli anni dell'avanguardia".
Commentando i personaggi, Peter Wollen scrisse acutamente che il film di Cavalcanti preparò il terreno per The Servant (Il servo, 1963) e Performance (Sadismo, 1970), "con i loro ritratti dello scapestrato proletario e dell'uomo carismatico in fuga". Questa visione da emigranti (con il brasiliano Cavalcanti lavorò il direttore dellaM fotografia austriaco Otto Heller) è ben più di un film di genere. Uno spirito profondamente derisorio permea perfino le ambientazioni, ridicolizzando tutte le nozioni ufficiali di dovere, decenza e rispettabilità fino a culminare nell'ironia suprema dei piccoli delinquenti che chiamano i loro traffici "libera impresa".
(Peter von Bagh)
Tariffe:
Biglietto per fasce orarie (valido tutta la mattina o tutto il pomeriggio):
Intero: Euro 6
Ridotto: Euro 4 (soci FICC, studenti universitari e anziani
Ridotto Amici della Cineteca: Euro 3,00
Info e abbonamenti
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285