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'Blow-Up': "nudità invereconde femminili"

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Dall'Archivio Calendoli, una rassegna stampa italiana dedicata al sequestro per oscenità e successiva assoluzione di Blow-Up:


"Blow-Up, il film di Michelangelo Antonioni, vincitore del festival di Cannes è stato posto sotto sequestro per oscenità. L'ordine di sequestro è stato emesso nel pomeriggio di ieri dal procuratore della Repubblica di Ancona, dottor Arnaldo Angioni. L'ordinanza ha valore per tutto il territorio nazionale.
Nel dispositivo della sentenza emessa dal magistrato anconetano è detto: 'nonostante le parziali modifiche apportate all'edizione originale, il film presenta diverse scene e sequenze (quali la ripetuta disposizione di nudità invereconde femminili e soprattutto la consumazione di un accoppiamento sessuale alla vista dello spettatore in modo tanto crudo e realistico da provocare disgusto) che non possono non rivestire carattere di oscenità ai sensi e per gli effetti di quanto disposto dall'articolo 528 del codice penale'
".


A.A. V.V., "Sequestrato Blow-Up l'ultimo film di Antonioni", in La Nazione, 15 ottobre 1967


"Primo contatto stasera della magistratura napoletana con la copia del film di Antonioni Blow-Up [...]. Il film è stato proiettato alle 20:30 in esclusiva per i magistrati incaricati dell'istruttoria e per le parti interessate nella sala Gustavo Lombardo, annessa al Centro di iniziative culturali dei Gesuiti in piazza del Gesù. Alla proiezione hanno assistito il procuratore capo della Repubblica dottor Walter Del Giudice, il sostituto procuratore dott. Vittorio Sbordone, l'esercente della sala cinematografica di Ancona, nonché i legali della casa produttrice del film".


F. Avati, "Blow-Up esaminato dai magistrati a Napoli", in Il Messaggero, 22 ottobre 1967


"È stata ufficialmente depositata stamane la sentenza del giudice istruttore Antonio Rocco, che, condividendo in ogni punto quanto avevano ritenuto la commissione di censura e la locale procura della Repubblica, ha assolto in modo definitivo il film di Michelangelo Antonioni Blow-Up.
Il documento tra l'altro di dice:
[...] 'Le sequenze incriminate, quale quella della lotta di due ragazze che, scherzando, cercano di spogliarsi a vicenda, e l'altra ancora che mostra un pittore in intimo colloquio con la sua amica, sono ritratte con ritmo rapido in maniera tale che l'attenzione dello spettatore si soffermi più a considerare l'atteggiamento del protagonista della scena che i particolari di quelle sequenze, le quali, peraltro, viste in rapporto al filo conduttore della vicenza filmata, rivelano quel contrasto di atteggiamenti e di comportamenti che il regista ha tenuto a mettere in risalto'
".


C. Guarino, "Ufficialmente definita l'assoluzione di Blow-Up", in Corriere della Sera, 12 novembre 1967


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