Presentazione
I tagli di bilancio ci hanno costretti a rinunciare al nostro festival Officinema e a chiudere, dopo undici anni la rassegna dedicata alle Scuole europee di cinema. Sopravvive Visioni Italiane, grazie al suo budget lillipuziano e alla massa di materiali che, puntualmente, da sedici anni, arrivano in Cineteca, da tutta Italia per concorrere a questa manifestazione. È commovente vedere quanta urgenza di raccontare i problemi del paese abbiano i nuovi cineasti italiani e, al contrario, quanto poco della loro passione e del loro impegno civile, venga accolto dal sistema televisivo nazionale o abbia la possibilità di approdare in sala.
Visioni Italiane è lo specchio di un paese pieno di potenzialità e talenti che vengono tenuti ai box, a motore spento, negando loro qualsiasi prospettiva. Ma i segnali che ci vengono dalla selezione di Visioni Italiane e dalle ultime settimane di programmazione delle nostre due sale non sono negativi, anzi. Il successo di L’uomo che verrà è la dimostrazione che un cinema di qualità, di forte impatto civile e poetico e innovativo nelle forme espressive può esistere e può realizzarsi in Emilia-Romagna. Così come i tanti film selezionati per il premio De Nigris, realizzati nelle scuole primarie e secondarie della nostra Regione, sono un esempio di come, anche se tra mille difficoltà, gli insegnanti continuino, con impegno e coraggio, a formare innovando, utilizzando il linguaggio delle immagini.
Questi segnali ci spingono ad affermare che è proprio di fronte alle difficoltà crescenti che le istituzioni culturali debbono raddoppiare la sfida. Da Visioni Italiane nasce quindi un nuovo appuntamento della nostra programmazione: tutti i lunedì, in sala Mastroianni, mostreremo dei piccoli film indipendenti, differenti, sorprendenti, che pensiamo siano meritevoli di avere la possibilità di trovare un pubblico e di essere difesi, mantenendoli in cartellone anche nei lunedì successivi. Inizieremo con due piccoli, grandi film, che presenteremo a Visioni Italiane, alla presenza degli autori: La paura di Pippo Delbono e La bocca del lupo di Pietro Marcello. Con la speranza (anzi, la convinzione) che esiste un pubblico curioso, affamato di novità (e di diversità), non pago di quello che offre il mercato.
Giuseppe Bertolucci
Gian Luca Farinelli
Gian Luca Farinelli