DIE LETZTE KOMPAGNIE
(Germania/1929-30) di Kurt Bernhardt (79')
T. it.: L'ultima compagnia; Sog.: da Die letzte Kompagnie, die Geschichte der 13 Helden von Jena (1916) di Hans Wilhelm, Hermann Kosterlitz; Scen.: Ludwig von Wohl; Heinz Goldberg, Hermann Kosterlitz; Dial.: Hans J. Rehfisch; F.: Günther Krampf; Mo.: Carl Winston; Scgf.: Andrej Andrejew; Co.: Alexander Arnstam; Mu.: Ralph Benatzky, Franz Grothe; Su.: Gerhard Goldbaum, Erich Schmidt; Ass. regia: Erich von Neusser; Int.: Conrad Veidt (Capitano Burk), Karin Evans (Dore), Erwin Kalser (Müller), Else Heller (la mugnaia), Maria Pederson (Magd), Heinrich Gretler (Pelle), Paul Henckels (Pitsch), Ferdinand Asper (Götzel), Martin Herzberg (Heller), Werner Schott (Biese), Philipp Manning (Möllmann), Max W. Hiller (Machnow), Ferdinand Hart (Klotz), Alexander Granach (Haberling), Gustav Püttjer (Püttjer), Albert Karchow (Wernicke), Horst von Harbou (Stibbe); Prod.: Joe May per Joe May-Produktion/ Universum-Film AG (UFA), Berlin; Pri. pro.: 14 marzo 1930
35mm. L.: 2167 m. D.: 79'. Bn. Versione
tedesca / German version
Da: Bundesarchiv - Filmarchiv
Meno adatto per l'estero ma di uguale successo all'interno della Germania si rivelò il secondo genere dell'UFA: il film "nazionale", con tematica di solito prussiana e una tendenza ideologica più o meno esplicita. Questi film non sono legati all'invenzione del sonoro come il film operetta. Ma sono la seconda scoperta significativa fatta dall'UFA. Nel 1930 arriva nelle sale L'ultima compagnia (regia di Kurt Bernhardt) [...]. In un'intervista con Mary Kiersch, Bernhardt spiega come venne realizzata una scena che lui si rifiutò di girare: "Si trattava di una scena scritta dal signor von Wohl e inserita in seguito nel film. Conrad Veidt doveva fare un discorso assolutamente nazionalistico, sciovinistico. Il capitano tedesco dall'alto del mulino guarda il generale francese a cavallo.
Il francese dice: "Non ha senso difendere il mulino. La Prussia non esiste più".
E il tedesco risponde: "Dove sto io, è la Prussia".
Mi sono rifiutato di girare questa scena e ciò mi costò quasi la vita quattro anni più tardi.
Kiersch: È stato Joe May a girare questa scena?
Bernhardt: Mi lasci pensare... Sì, credo che fosse Joe.
Kiersch: E Conrad Veidt non ha avuto obiezioni contro questo discorso?
Bernhardt: No.
L'importanza attribuita qui a un passo del dialogo è caratteristica per il film nazionalista. L'elemento decisivo, il messaggio politico, doveva essere espresso a parole e mostrato esplicitamente, come se non bastasse l'inequivocabile significato dell'azione. È un elemento che verrà fatto proprio dal film di propaganda nazionalsocialista.
(Rainer Rother, Film operetta e film "nazionali", in Schermi germanici. UFA 1917-1933, a cura di Giovanni Spagnoletti, Marsilio, Venezia 1993)
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