Sabato 2 luglio 201114.30
Cinema Arlecchino

MAN ON A TIGHTROPE

(Salto mortale, USA/1953) di Elia Kazan (105')

T. it.: Salto mortale; Sog.: da International Incident di Neil Paterson; Scen.: Robert E. Sherwood; F.: Georg Krause; Mo.: Dorothy Spencer; Scgf.: Hans Kuhnert, Theo Zwirsky; Mu.: Franz Waxman; Su.: Carl Becker, Roger Heman Sr., Martin Müller, Karl Becker, Roger Heman; Int.: Fredric March (Karel Cernik), Terry Moore (Tereza Cernik), Gloria Grahame (Zama Cernik), Cameron Mitchell (Joe Vosdek), Adolphe Menjou (Fesker), Robert Beatty (Barovik), Alexander D'Arcy (Rudolph), Richard Boone (Krofta), Pat Henning (Konradin), Paul Hartman (Jaremir), John Dehner (il capo), Gert Froebe; Prod.: Robert L. Jacks per 20th Century Fox; Pri. pro.: 29 giugno 1953. 35mm. D.: 105'. Versione inglese / English version . Da: 20th Century Fox

Presenta lo storico Forster Hirsch

Salto mortale narra la storia di un circo cecoslovacco di terza categoria e dell'interferenza politica che finisce per spingere il suo direttore, Karel Cernik (Fredrich March), a fuggire con la sua compagnia per raggiungere la zona americana della Germania. Le relazioni chiave sono quelle tra Cernik e la seconda moglie Zama (Gloria Grahame) e tra sua figlia Teresa e un giovane che vuole raggiungere la Germania Ovest per cercare suo padre. Questi rapporti, mai molto convincenti, si indebolirono ulteriormente quando Zanuck tagliò venti minuti dalla parte iniziale del film. Di fatto Kazan tenta di sottolineare la personalità, l'eccentricità e il cosmopolitismo degli artisti itineranti mentre l'uso di un vero circo - il circo Brumbach - offre una ragionevole sensazione di verosimiglianza. (...) La paura di Zanuck che i critici etichettassero il film come politico o storico, fama che nel 1953 era considerata veleno al botteghino, privò il film di qualsiasi significativo contesto politico legato all'occupazione sovietica della Cecoslovacchia. Allora più che mai, diceva Zanuck, la gente andava al cinema "per evadere dalle conferenze, dalla politica e dal constante bla-bla-bla della TV e della radio". (...) Si ha una rara allusione al contesto politico quando Cernik fa riferimento all'occupazione nazista e sovietica e cita Jan Masaryk ed Edvard Beneš, simboli della perduta tradizione democratica ceca.
(Brian Neve, Elia Kazan. The Cinema of an American Outsider, I.B. Tauris, London 2009)

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Dettagli sul luogo:
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