UM’S TAGLICHE BROT
(Sul pane quotidiano, Germania/1929) di Piel Jutzi (47')
Accompagnamento al piano di Guenter Buchwald
T. alt.: Hunger in Waldenburg; T. it.: Sul pane quotidiano; Sog., Scen.: Léo Lania; F.: Piel Jutzi; Int.: Sybille Schloß, Holmes Zimmermann (Junger Weber); Prod.: Willi Münzenberg, Leo Lania, Film-Kartel "Weltfilm" GmbH (Berlin); Pri. pro.: 15 marzo 1929. 35mm. L.: 1248 m. D.: 47' a 24 f/s. Bn. Didascalie tedesche / German intertitles. Da: Bundesarchiv Filmarchiv per concessione di Murnau Stiftung
Il campo di battaglia della fame si estende su tutta la Germania. Le sue frontiere coincidono quasi con quelle della Repubblica e comprendono innumerevoli quartieri operai del Nord e del Sud, dell'Ovest e dell'Est. Siamo in piena espansione, la nostra industria è fiorente: ecco cosa si può leggere nei giornali dell'industria pesante e delle banche. Ma in Slesia non si avvertono i vantaggi del lavoro e della pace, né questa espansione. Dozzine di migliaia di proletari vi muoiono di fame. La censura non permette che in un film un operaio tratti il suo padrone da vampiro, non permette che la moglie di un operaio domandi al marito di mettere alla porta un rozzo proprietario che è venuto a reclamare l'affitto. Ma la censura non poteva sopprimere tutto il film. L'ha comunque proibito agli adolescenti. Ma è un'opera importante. È il primo documentario tedesco animato da intenti sociali, che applica i principi formali dei registi russi, ma senza trarne le stesse conclusioni ideologiche dei russi. Non ci sono scene in studio, niente maschere né persone travestite. Gli operai di Waldenburg e le loro famiglie sono filmati come sono e come vivono. Ma c'è una lacuna: la vita di questi operai è tinta di sentimentalismo, è falsata da una visione troppo teatrale dell'autenticità della loro condizione. E tuttavia con quale naturalezza, con quale straordinaria semplicità gli operai sia russi che tedeschi, sono apparsi davanti alla macchina da presa!
(Anonimo, "Camera", inverno 1967)
Il Cinema Ritrovato 2011
Nel cuore del Novecento: Il socialismo, tra paura e utopia
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