L’ASSASSINO
(Italia/1961) di Elio Petri (98')
Sog.: Tonino Guerra, Elio Petri; Scen.: Tonino Guerra, Elio Petri, Pasquale Festa Campanile; Dial.: Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa; F.: Carlo Di Palma; Mo.: Ruggero Mastroianni; Scgf.: Giovanni Checchi, Renzo Vespignani; Co.: Graziella Urbinati; Op.: Dario Di Palma; Ass. op.: Angelo Lannutti, Alberto Spagnoli; Mu.: Piero Piccioni; Su.: Giovanni Rossi; Int.: Marcello Mastroianni (Alfredo Martelli), Micheline Presle (Adalgisa De Matteis), Cristina Gaioni (Nicoletta Nogara), Salvo Randone (commissario Palumbo), Andrea Checchi (Morello), Giovanna Gagliardo (Rosetta), Paolo Panelli (il detenuto Paolo), Toni Ucci (il detenuto Toni), Marco Mariani (commissario Margiotta), Franco Ressel (dottor Francesconi), Mac Roney (suicida), Max Cartier (il cameriere bruno), Enrico Maria Salerno; Prod.: Franco Cristaldi per Vides Cinematografica, SGC, Titanus; Pri.pro.: 27 marzo 1961DCP. D.: 98'. Bn. Versione italiana / Italian version
Da: Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema di Torino Restauro in collaborazione con / Restored in collaboration with Museo Nazionale del Cinema di Torino e Titanus
Il restauro digitale de L'assassino è stato realizzato a partire dal negativo cameraoriginale e, per il primo e l'ultimo rullo, da un lavander d'epoca poiché il negativo originale conservato risulta lacunoso. I due elementi sono stati scansionati alla risoluzione di 2K. Per ritrovare lo splendore originale, il grading digitale è stato eseguito utilizzando come riferimento una copia positiva d'epoca conservata dalla casa di produzione Titanus presso l'archivio della Cineteca di Bologna. Il suono originale è stato restaurato digitalmente a partire dal negativo ottico 35mm da cui è stato stampato un positivo colonna. Il restauro ha prodotto un controtipo di conservazione e un nuovo negativo colonna. È stato inoltre eseguito - su diversi supporti di conservazione digitale - un backup completo di tutti i file prodotti dal restauro digitale. Le lavorazioni sono state eseguite presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata nel 2011.
Ho sempre tentato di far vivere, secondo un metodo esistenzialista, la situazione di un personaggio nella quale si riflettano le sue contraddizioni interiori, la sua coscienza di essere un oggetto di fronte ai soggetti dell'autorità. Mi sono a poco a poco reso conto che a partire da una nevrosi rappresentata in termini esistenzialisti sono arrivato a descrivere puramente e semplicemente dei casi di schizofrenia... Nei miei primi film era la nevrosi il contenuto della normalità, poi fu la schizofrenia. (...) In Italia, come nel resto del mondo, credo che siano questi i metodi della polizia: ovvero costruire l'accusa con qualsiasi mezzo, in maniera astratta. Dal momento in cui ci si trova dinanzi all'autorità si è colpevoli. Naturalmente, per questo film ho subito spaventose aggressioni da parte della censura. Sono stato costretto ad apportare novanta modifiche. Ad esempio, prima si poteva capire meglio chi fossero gli informatori, nella versione definitiva, invece, ho dovuto oscurare un pezzo di pellicola. Questo è stato uno degli episodi più gravi, ma ci sono state anche altre cose minori; ad esempio, i poliziotti parlavano con un forte accento siciliano. Ho dovuto rifare il doppiaggio da zero perché la censura reputava questo fatto offensivo. Ero giovane, ho scritto delle lettere ai giornali ma... Il produttore mi aveva obbligato a fare questi cambiamenti e non avevo trovato la forza di ribellarmi, di dire "No, non lo faccio; andiamo a vedere cosa c'è al fondo; quali sono i loro obbiettivi". I rapporti con la censura erano simili a quelli tra Mastroianni e il poliziotto; perché loro non davano nessuna dichiarazione ufficiale, mandavano un intermediario che diceva "qui... qui... qui...". La censura non impiegava le maniere forti, ma c'era sempre la minaccia di non far uscire il film.
(Elio Petri, Elio Petri, a cura di Jean A. Gili, Facoltà di Lettere e Scienze Umane, Nizza 1974)
Tariffe:
Aria condizionata
Info: 051224605