IL FANTASMA DELL'OPERA

(USA/1925) di Rupert Julian (79')
Con Lon Chaney
Restauro promosso da Lobster Films
Musiche composte e dirette da Gabriel Thibaudeau ed eseguite dall'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Soprano Gerda Findeisen

Quando il successo di critica e di bot-teghino di Nostra Signora di Parigi fece capire ai dirigenti della Universal che, permettendo a Chaney di passare alla MGM, avevano preso una decisione potenzialmente disastrosa, trattarono con il loro ex dipendente Irving Thalberg per farsi prestare Chaney e fargli interpretare una versione in dieci rulli di Il fantasma dell'opera di Gaston Leroux. Il film fu girato nel 1925 e la Universal non badò a spese: ricostruì gli interni dell'Opéra di Parigi, un dedalo di strade per l'inseguimento finale e un labirinto di catacombe sotto il teatro, nascondiglio del fantasma. Ancora una volta Chaney si sottopose alla tortura infernale del trucco per ottenere un teschio con pochi capelli sul cranio tondeggiante, occhi sporgenti sotto la pressione di dolorosi fili metallici, zigomi enfatizzati da dischi di celluloide e bestiali denti seghettati. Non sorprende che al cinema la gente svenisse quando l'eroina Mary Philbin, dopo un crescendo impeccabilmente costruito che esasperava la tensione portandola quasi al punto di rottura, strappava la maschera al fantasma svelando a se stessa e agli spettatori l'orrore del volto di Chaney. Benché oggi gran parte della recitazione appaia sovraccarica e l'interpretazione di Mary Philbin sia scarsamente efficace, i momenti di tensione del film conservano ancora tutta la loro forza originaria. Lo smascheramento; la scena d'amore tra l'eroe e l'eroina sul tetto del teatro mentre il fantasma assiste alla scena dall'alto, il rosso mantello che ondeggia come le ali di un ange-lo dell'inferno; Chaney a un ballo in maschera, travestito da Morte, reso ancora più efficace dal precoce uso del colore, il rosso del mantello che spicca su uno sfondo a dominante verde; lo schianto del gigantesco lampadario nell'auditorium e l'inseguimento culminante nelle fogne e nelle strade di Parigi: tutti questi aspetti contribuiscono a compensare, con la genialità della mimica e del trucco di Chaney, le mancanze di una storia che sconfinava a tratti nel melodramma di Perils of Pauline (1914). Il regista accreditato di Il fantasma dell'opera è Rupert Julian, ma il film fu completato da Edward Sedgwick quando a Julian fu tolta la regia, e alcune scene vennero girate da Chaney.
(Alan Frank, Horror Films, Hamlyn, Lon-don-New York 1977)

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