PROCESSO ALLA CITTÀ

 

PROCESSO ALLA CITTÀ
(Italia/1952) di Luigi Zampa (108')

Episodio "LA PATENTE" di QUESTA È LA VITA
(Italia/1954) di Luigi Zampa (15')

Presentano Paolo Mereghetti e Alberto Pezzotta

Sog.: Ettore Giannini, Francesco Rosi; Scen.: Suso Cecchi D'Amico, Ettore Giannini, con la collaborazione di Diego Fabbri, Turi Vasile, Luigi Zampa; F.: (1,33:1) Enzo Serafin; Mo.: Eraldo Da Roma; Scgf.: Aldo Tomassini; Co.: Maria De Matteis, Marilù Carteny (Ass.);  Op.: Aldo Scavarda; Mu.: Enzo Masetti, dirette da Fernando Previtali; Ar.: Mauro Bolognini, Giovanni [Nanni] Loy, Pietro Notarianni; Int.: Amedeo Nazzari (Giudice Antonio Spicacci), Mariella Lotti (Elena Spicacci), Silvana Pampanini (Liliana Ferrari), Paolo Stoppa (il delegato Perrone), Franco Interlenghi (Luigi Esposito), Tina Pica (la padrona del ristorante), Edward Cianelli (don Alfonso Navona); Prod.: Film Costellazione; v.c. n. 12273 del 28.06.52; Pri. pro.: 1 settembre 1952 
35mm. L.: 2951 m. D.: 108'. Bn. Versione italiana / Italian version
Da: CSC - Cineteca Nazionale

Il film che Zampa ha sempre detto di preferire, assurdamente mai uscito per l'homevideo. L'idea è del giovane Francesco Rosi: vorrebbe fare un film sul Processo Cuocolo, che nel 1911 portò alla prima condanna in massa di un gruppo di camorristi napoletani, e scrive il soggetto con Ettore Giannini. Ma il film, che anticipa vent'anni di cinema civile, è puro Zampa, efficace tanto nella drammaturgia che nella descrizione d'ambiente. E la ricostruzione della camorra Belle Epoque, si intuisce, è un pretesto per parlare in
modo trasparente di una società che non cambia. Amedeo Nazzari, il giudice ispettore Spicacci, è l'unico appiglio di ordine e morale
in una società che appare corrotta dagli strati più bassi a quelli più alti. Indagando su un duplice omicidio, scopre una rete di complicità sempre più vasta, mentre lui si trova sempre più solo. E in ciò Zampa tradisce, forse per l'unica volta, un "modello Anni facili americano" (Gianni Volpi) alla Zinnemann o alla Dmytryk. Celebre e citata, all'epoca, la sequenza in cui Spicacci ricostruisce con i  partecipanti un banchetto fatale. Incassi medi, nell'anno di Don Camillo, e critica, come quasi sempre, incline a spaccare i capelli in quattro.

Dettagli sul luogo:
via delle Lame, 57
Numero posti: 450
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285