ANNI DIFFICILI

(Italia/1948) di Luigi Zampa (113')

Presentano Alberto Pezzotta e Tatti Sanguineti

Sog.: da Il vecchio con gli stivali di Vitaliano Brancati; Scen.: Vitaliano Brancati, Sergio Amidei [e Luigi Zampa, non accreditato], con la collaborazione di Enrico Fulchignoni, Franco Evangelisti; F.: (1,33:1): Carlo Montuori; Mo.: Eraldo da Roma; Mu.: Franco Casavola; Scgf.: Ivo Battelli; Co.: Giuliana Bagno; Ar.: Francesco De Feo; Ass. regia: Mauro Bolognini; Int.: Umberto Spadaro (Aldo Piscitello), Massimo Girotti (Giovanni), Ave Ninchi (Rosina), Enzo Biliotti (il barone), Giovanni Grasso, Aldo Silvani (il farmacista), Odette Bedogni [Delia Scala] (Elena), Olinto Cristina, Loris Gizzi (il ministro fascista), Ernesto Almirante (nonno), Carletto Esposito (Riccardo), Milly Vitale (Maria), Raniero De Cenzo, Ermanno Randi, Bruno e Vittorio Di Stefano, Gabriele Tinti, Natale Cirino, Giuseppe Nicolosi, Agostino Salvietti; Prod.: Domenico Farzari per la Briguglio Film; v.c. n. 4481 del 27/08/1948; Pri. pro.: 29 settembre 1948
35mm. D.: 113'. Bn. Versione italiana / Italian versionDa: Cineteca di Bologna
Restauro nel 2008 dal laboratorio L'Immagine Ritrovata, a partire da una copia positiva d'epoca in nitrato, conservata alla Fondazione Cineteca Italiana di Milano e da un controtipo safety conservato al British Film Institute di Londra. Per il restauro digitale dell'audio è stata utilizzata, oltre alla copia di Milano, anche una copia positiva safety conservata alla Cineteca Svizzera di Losanna. / Restored in 2008 by L'Immagine Ritrovata Laboratory from an original nitrate positive print preserved by Fondazione Cineteca Italiana and from dupe safety preserved by the British Film Institute.

"Ridere dei propri difetti è la migliore virtù dei popoli civili", dichiara il cartello iniziale. Ma nel 1948 non tutti erano disposti a ridere civilmente. Il primo incontro tra Zampa e Brancati adatta un racconto dello scrittore catanese e racconta la parabola paradossale di un pover'uomo (Spadaro), prima costretto a prendere la tessera del fascio, e poi perseguitato da chi fascista lo era stato veramente, ma nell'Italia repubblicana è rimasto al potere. È la prima volta, nel dopoguerra, che si parla di "trasformismo, malcostume dilagante a tutti i livelli del sociale, impossibilità di vivere, per l'uomo comune, attenendosi a regole di onestà" (Brunetta). Lo spirito di Zampa e Brancati è laico, disincantato, amaramente ironico. Forse la commedia all'italiana nasce qui. All'inizio i censori non si prendono responsabilità ("La Commissione, poiché il contenuto del film è apparso offensivo per il popolo italiano, non ha ritenutodi pronunziarsi in merito"). Il film viene sbloccato da Andreotti in persona, sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega allo Spettacolo (Brancati malignerà sui motivi di un gesto tanto illuminato). Ma poi ci sono interpellanze alla Camera perché venga distrutto un film "considerato una vergogna nazionale" (Zampa).E a sinistra non va meglio: Ugo Casiraghi su "l'Unità", si indigna, scrive che Zampa equipara fascismo e antifascismo. Italo Calvino ne tenta la difesa dalle colonne dell'"Unità" milanese: l'articolo non uscirà mai. Oggi, grazie anche a studiosi come Tatti Sanguineti e Goffredo Fofi, al film è stato riconosciuto finalmente il suo valore.

Dettagli sul luogo:
via delle Lame, 57
Numero posti: 450
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285