FRENCH CANCAN

(Francia/1955) di Jean Renoir (97')

T.it.: French Cancan; Sog.: André-Paul Antoine; Scen.: Jean Renoir; F.: Michel Kelber; Mo.: Boris Lewin; Scgf.: Max Douy; Mu.: Georges Van Parys; Canzoni: La complainte de la butte, testo di Jean Renoir, motivi di caffé concerto del 1900; Coreogr.: Claude Granjean; Su.: Antoine Petitjean; Int.: Jean Gabin (Henri Danglard), Françoise Arnoul (Nini), Maria Félix (la Belle Abbesse), Max Dalban (proprietario della Reine Blanche), Philippe Clay (Casimir le Serpentin), Jean-Roger Caussimon (Barone Walter), Gianni Esposito (Principe Alexandre), Jacques Jouanneau (Bidon), Franco Pastorino (Paulo), Michel Piccoli (Valorgueil), Gaston Modot (servitore), Edith Piaf (Eugénie Buffet), Patachou (Yvette Guilbert), Cora Vaucaire (Esther Georges), Jean-Marc Tennberg (Savate), Hubert Deschamps (Isidore), Albert Remy (Barjolin), Léo Campion (il comandante), Jean Raymond (Paulus), Pierre Olaf (Pierrot fischiatore); Prod.: Louis Wipf per Franco-London Films, Jolly Films; Pri. pro.: 27 aprile 1955  DCP. D.: 97'. Col. Versione francese / French version
Da: Gaumont
Restauro da Gaumont in Technicolor con 3 negativi (uno rosso, uno verde e uno blu) propri a garantire una colorimetria adeguata e corrispondente alla versione originale. Restauro del suono con Studio Diapason / Restored by Gaumont

Il film che segna il ritorno di Jean Renoir negli studi francesi, a distanza di sedici anni da La regola del gioco (1939), è dedicato alla dimensione dello spettacolo, come La carrozza d'oro, quasi senza soluzione di continuità fra il dietro le quinte e il palcoscenico. Ispirato alla vita di Ziegler, fondatore del Moulin Rouge, French Cancan nacque da una commissione della Franco London Film, che Renoir sfruttò in assoluta autonomia ("il soggetto che mi è stato proposto non ha, in questo caso, nessun rapporto con il film") per evocare il mondo della Belle Époque, la Butte Montmartre e il Moulin Rouge, ossia l'epoca e i luoghi della sua infanzia. Ritrovò il protagonista della Grande illusione, Jean Gabin, cui affidò il ruolo di un impresario sornione e seducente che resuscita il cancan e fonda il Moulin Rouge, dividendosi fra la sua amante, la Belle Abbesse (Maria Felix) e una nuova scoperta, la giovanissima lavandaia Nini (Françoise Arnoul). Infatti il film racconta anche la storia parallela di un'iniziazione allo spettacolo (e al sesso) e di un'incipiente ma gaudente vecchiaia, che si confrontano sullo sfondo di un universo popolare vivido e vitale. Come sempre nel cinema dell'autore di La Chienne, una delle tinte dominanti è la sensualità, "quel misto di ritmo e di sudore che Renoir restituisce in maniera formidabile" (Chabrol), che si sublima nelle sequenze del cancan, dove spicca "il lato insieme poetico e terra terra di quel tipo di ballo: il lato molto fisico della cosa, l'attacco abbastanza faticoso, i movimenti ginnici piuttosto rudi e quasi brutali, e insieme lo slancio straordinario" (Renoir). French Cancan, come scrisse Truffaut, "ha segnato una data nella storia del colore nel cinema. Jean Renoir ha voluto fare un film pittorico e in questo senso French Cancan si presenta come un anti-Moulin Rouge (1953) nel quale John Huston aveva proceduto a mescolare i colori attraverso l'impiego di filtri di gelatina; qui nient'altro che colori puri. In French Cancan ogni inquadratura è una stampa popolare, una "image d'Epinal" in movimento. Ah! Che neri, che marrone che beige!". I cromatismi derivavano da una scelta precisa, come ha spiegato lo scenografo Max Douy: "Il colore doveva dare nell'occhio. Si è semplificato rispetto alla verità storica: il Moulin Rouge è tutto in chiaro-scuro rosa, mentre in realtà era molto più colorato".
(Roberto Chiesi)

Dettagli sul luogo:
Via Marconi, 14
Numero posti: 362
Aria condizionata
Info: 051224605