THE BIG SLEEP

(Stati Uniti/1946) di Howard Hawks (114')

T. it.: Il grande sonno; Sog.: dall'omonimo romanzo di Raymond Chandler; Scen.: William Faulkner, Leigh Brackett, Jules Furthman; F.: Sidney Hickox; Mo.: Christian Nyby; Scgf.: Carl Jules Weyl; Co.: Leah Rhodes; Mu.: Max Steiner; Su: Robert B. Lee; Int.: Humphrey Bogart (Philip Marlowe), Lauren Bacall (Vivian Sternwood Rutledge), John Ridgely (Eddie Mars), Martha Vickers (Carmen Sternwood), Dorothy Malone (proprietaria della libreria Acme), Peggy Knudsen (Mona Mars), Regis Toomey (ispettore capo Bernie Ohls), Charles Waldron (generale Sternwood), Charles D. Brown (Norris, il maggiordomo), Bob Steele (Canino), Elisha Cook Jr. (Harry Jones), Louis Jean Heydt (Joe Brody), Sonia Darrin (Agnes Lozelle); Prod.: Howard Hawks per Warner Bros Pictures-First National; Pri. pro.: 31 agosto 1946
35mm. D.: 114'. Bn. Versione inglese / English version
Da: UCLA Film and Television Archive

Se l'intrigo del Grande sonno sembra stopposo, il racconto è condotto con mano magistrale. Più o meno dissimulata, l'istanza è umoristica e il film costituisce, in un certo senso, una brillante parodia del film nero. Hawks si disinteressa della verosimiglianza esterna della storia (otto delitti inspiegati) per interessarsi solo alla logica interna dei suoi personaggi. La questione essenziale non consiste più nello scoprire chi abbia commesso il crimine ma nel vedere come si comportino i protagonisti. Il grande sonno si oppone così vigorosamente al film poliziesco classico come Grissom Gang a un'opera di Maurice Leblanc o Agatha Christie. (...) L'intrigo del Grande sonno è un modello di equazione poliziesca a tre incognite (il ricattatore, l'assassino, il vendicatore) talmente semplice e talmente sottile che la sua evidenza condanna di primo acchito all'incomprensione. Perfezione propriamente funzionale. Di fatto, niente è più facile da seguire, dalla seconda visione, che l'inchiesta del film. La sola differenza fra lo spettatore e Marlowe-Bogart è che quest'ultimo comprende e si orienta fin dalla "prima" volta. Il grande sonno non somiglia agli altri film noir se non nella misura...). Non è per caso che il detective privato è qui più intelligente e più competente di noi, e anche confrontato più direttamente di altrove alla forza brutale dei suoi antagonisti. Per il cineasta, era una nuova occasione di esercitare il suo diabolico talento di ironista, dal linguaggio spesso esoterico. È necessaria una consuetudine prolungata a Howard Hawks per riconoscervi le punte satiriche, perfettamente inaccessibili a uno spirito cartesiano. Tutto ciò che amiamo in lui lo ritroviamo qui, in seno ad una galleria rimarchevole di personaggi uno più abietto dell'altro: i cambiamenti di tono, la disinvoltura, le digressioni e la crudezza.
(Jean-Claude Missiaen, Howard Hawks, Editions Universitaires, Paris 196)

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