GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE

(Gentlemen Prefers Blondes, USA/1953)

Regia: Howard Hawks. Soggetto: da una commedia musicale di Joseph Fields e Anita Loos e dal romanzo di Anita Loos; Sceneggiatura.: Charles Lederer; F.: Harry J. Wild; Mo.: Hugh S. Fowler; Scenografia: Lyle R. Wheeler, Joseph C. Wright, Claude E. Carpenter; Costumi: Charles Le Maire, Travilla; Effetti speciali: Ray Kellogg; Musiche: Leigh Harline (non accred.), Lionel Newman (non accred.), Hal Schaefer (non accred.), Herbert W. Spencer (non accred.); Assistente alla regia: Paul Helmick, Don Torpin; Interpreti: Marilyn Monroe (Lorelei Lee), Jane Russell (Dorothy Shaw), Charles Coburn (Sir Francis "Piggy" Beekman), Elliott Reid (Ernie Malone), Tommy Noonan (Gus Edmond Jr.), George Winslow (Henry Spofford III), Marcel Dalio (il magistrato), Taylor Holmes (Esmond Sr.), Norma Varden (Lady Beekman), Howard Wendell (Watson), Steven Geray (direttore dell'hotel), Harry Carey Jr. (Winslow), Harry Letondal (Grotier), Leo Mostovoy (Philippe); Produzione: Sol C. Siegel per Twentieth Century Fox; Durata: 91'. Versione inglese / English version

Restauro della Twentieth Century Fox

Precedono due cortometraggi accompagnati alla fisarmonica da Marc Perrone
LES BORDS DE LA TAMISE D'OXFORD À WINDSOR
(Sul Tamigi, Francia/1914) D.: 6'. Did. italiane
LE DUE INNAMORATE DI CRETINETTI
(Italia/1911) D.: 9'. Did. olandesi
(In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Arlecchino)


Negli altri film ci sono due uomini che escono e cercano di trovare qualche bella ragazza per divertirsi. Abbiamo immaginato il contrario: due ragazze che escono e trovano qualche uomo per divertirsi. Una storia perfettamente moderna; mi piaceva molto: era divertente. Le due ragazze, Jane Russell e Marilyn Monroe, funzionavano talmente bene insieme che, ogni volta che non sapevo che scena inventare, le facevo semplicemente passeggiare avanti e indietro, e la gente impazziva; non si stancavano mai di veder passeggiare queste due belle ragazze. Ho costruito una scala perché potessero salire e scendere, e dato che sono ben fatte... Questo genere di film ti fa dormire bene la notte, non ti dà nessuna preoccupazione; cinque o sei settimane sono sufficienti per girare i numeri musicali, i balletti e tutto il resto.
(Howard Hawks, da Entretien avec Howard Hawks, di Jacques Becker, Jacques Rivette e François Truffaut, "Cahiers du Cinéma", n. 56, febbraio 1956)

Seconda e ultima commedia musicale di Hawks dopo Venere e il professore. Un certo numero di elementi stilistici del film appartengono all'estetica del film d'animazione secondo lo stile statunitense. Bisogna segnalare soprattutto l'insistita accentuazione caricaturale del tratto nelle peripezie dell'intrigo, nei gesti, intonazioni, desideri e comportamento dei personaggi. Quanto al ritmo, sobrio e calmo, è quello della maggior parte dei film di Hawks, a qualsiasi genere appartengano. Hawks non è l'unico regista americano ad aver subìto nelle sue commedie un'influenza del cinema d'animazione. (...) Nella commedia - e la commedia musicale non è qui per Hawks che una commedia ravvivata da continui intermezzi dove i personaggi commentano con non poco distacco i loro desideri e le loro ossessioni - Hawks vede soprattutto l'occasione di satireggiare alcuni tic, alcune tare fra le più meccaniche e le più diffuse nella società. Nel film sono allineati in ordine come in un cassetto. La ninfomania tranquilla di Dorothy, la cupidigia ragionata di Lorelei non generano nessun conflitto tra le due amiche perché, da buone maniache quali sono, si interessano esclusivamente ad un aspetto molto particolare della realtà e ignorano superbamente il resto. Hawks infilza sullo schermo come farfalle in un quadro la mostruosità di ognuna di loro, luminosa di evidenza e semplicità. Il tono hawksiano è altrettanto estraneo, nella sua asciuttezza, al disprezzo come alla compassione o alla connivenza nei confronti dei personaggi. Questa asciuttezza, che è per Hawks la ricerca della distanza esatta a partire dalla quale si può stigmatizzare una mania, un'ossessione, un vizio senza indignarsi né sporcare chi ne sia la preda, non è mai stato più classica, più serena, più espressiva che in questo film. Non ha mai preteso inoltre maggiore arte e talento agli interpreti.
(Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma. Les films, Laffont, Paris 1992)

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Lo schedario del fondo di Padre Nazareno Taddei al servizio de Il Cinema Ritrovato