Sabato 2 luglio 201111.15
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

Pantomima 2: Pulcinella, Pierrot, Pinocchio

LA LÉGENDE DE POLICHINELLE (Francia/1907) R.: Albert Capellani. D.: 16'. Did. russe
F
UMÉES D'IVRESSE (Francia/1910) D.: 4'. Did. francesi
PINOCCHIO
(Italia/1911) R.: Giulio Antamoro. D.: 53'. Did. italiane

Accompagnamento al piano di Antonio Coppola

All'inizio della féerie di Albert Capellani La Vie de Polichinelle (1907), Polichinelle, un automa in un negozio di giocattoli, viene separato dalla sua compagna, un automa femmina, inscatolata e spedita al palazzo di un duca per divertire gli aristocratici amici del padrone di casa. Al disperato Polichinelle viene offerta la possibilità di riavere la bambola a grandezza umana grazie all'intervento di una fata che lo trasforma in uomo. Polichinelle, come Pinocchio, è molto più un essere umano che un giocattolo, e gli ostacoli scenici in cui si imbatte sono la realizzazione pratica degli effetti descritti e illustrati da Georges Moynet in Trucs et Décors (1893). Gli storici del teatro interessati a recuperare la struttura e le tecniche della pantomima tardo-vittoriana in un film francese facilmente accessibile degli inizi del XX secolo potranno soddisfare la loro curiosità - o vederla ulteriormente stimolata - grazie a questo titolo Pathé, distribuito in Gran Bretagna e in America come The Legend of Polchinella. Interpretato dall'attore francese Max Linder nel ruolo di Polichinelle (nelle didascalie inglesi indicato come "Harlequin", "Arlecchino", anche se il costume lo rende chiaramente riconoscibile come Polichinelle, Pulcinella o Punch), questo breve film - che propone un celebre personaggio della commedia dell'arte, amanti in fuga, trasformazioni magiche ed elaborati trucchi scenici, un corpo mutilato rimesso insieme e rianimato, un agente soprannaturale benevolo e una splendida apoteosi finale - riassume molti elementi delle pantomime e delle arlecchinate.
(David Mayer)

 

Pinocchio: un burattino acrobata
Una capriola e Tontolini si trasforma nel burattino più famoso del mondo: con il salto mortale di Ferdinand Guillaume, già interprete della celebre serie comica della Cines, si apre Pinocchio, lungometraggio chilometrico della Casa romana. Il pur apprezzabile gesto atletico dell'attore francese - peraltro discendente da famosa famiglia circense - è performance certo di minor conto rispetto alla straordinaria prova "muscolare" della Cines, capace di produrre un film di ben 1350 metri, dimensione mai raggiunta prima nella storia della cinematografia nazionale.

Uscito nel dicembre del 1911, Pinocchio chiude un anno di produzioni "colossali": si pensi a Inferno e L'Odissea, titoli di punta della Milano Films, rispettivamente di 1200 e 925 metri, oppure ai lungometraggi della Pasquali Calvario (950 m.) e Uragano (900 m.) e ancora a La caduta di Troia (Itala Film, 600 m.) o ai 1000 metri di La Gerusalemme liberata, anche questo realizzato dalla Cines. Film che si distinguono non solo per i metraggi all'epoca iperbolici, ma anche per l'eccellenza dei soggetti: nel 1911, infatti, le case di produzione italiane si confrontano con maggiori capolavori del teatro e della letteratura, ribadendo la vocazione artistica e, allo stesso tempo, pedagogica del medium cinematografico, che viene spesso citato nelle cronache del tempo come "divertimento sano, utile e istruttivo". Ed è proprio in quest'ottica che si inquadra il Pinocchio della Cines, riduzione cinematografica del prototipo della letteratura morale ed edificante italiana dell'Ottocento. Il film, girato da Gant (pseudonimo del conte Giulio Antamoro), traspone sullo schermo la parabola esemplare del burattino di legno creato da Carlo Collodi (alias Carlo Lorenzini), mantenendo intatti i valori educativi alla base dal racconto, ma enfatizzando i caratteri spettacolari tipici del genere avventuroso, addirittura con l'inclusione di un'estemporanea carica di pellerossa che evidentemente non era contemplata nella versione letteraria originale. Nonostante la vivacità dell'azione il Pinocchio cinematografico della Cines si distingue per il lirismo e la toccante drammaticità con cui vengono risolti gli episodi più commoventi della trama, mirabilmente tradotti in "cinema" dall'abilità di Antamoro e dalle qualità interpretative di Guillaume, non solo acrobata, ma anche grande attore.
(Giovanni Lasi)

 

Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
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