1911: Tripoli, bel suol d'amore... di guerra e di cinema
LA GUERRA ITALO TURCA (Italia/1911) D.: 2'. Did. italiane
DAL TEATRO DELLA GUERRA ITALO-TURCA (Italia/1912) D.: 3'. Did. italiane
CORRISPONDENZA CINEMATOGRAFICA DELLA GUERRA ITALO-TURCA XX SERIE (Italia/1912) D.: 4'. Did. italiane
PENDAISON PENDANT LA GUERRE ITALO-TURQUE (Francia/[1912]) D.: 58''
TRA LE PINETE DI RODI (Italia/1912) D.: 5'. Did. olandesi
RAGGIO DI LUCE (EPISODIO DELLA GUERRA DI TRIPOLI) (Italia/1911) D.: 13'. Did. italiane
COCCIUTELLI IN GUERRA (Italia/1912) D.: 5'. Did. italiane
IL SOGNO PATRIOTTICO DI CINESSINO (Italia/1915) R.: Gennaro Righelli. D.: 5'. Did. italiane
Accompagnamento al piano di Marco Dalpane
Presenta Giovanni Lasi
"Tripoli, bel suol d'amore..." è l'avvio del ritornello di A Tripoli!, canzone propagandistica scritta dal giornalista de "La Stampa" Giovanni Corvino nell'imminenza della guerra italo-turca del 1911. La decisione del governo italiano di organizzare una spedizione militare alla conquista del possedimento turco della Tripolitania viene accolta con un entusiasmo generale e indistinto. La convinzione che la conquista coloniale possa legittimare l'Italia come potenza mondiale, l'idea che i territori d'oltremare siano in grado di assorbire la crescente emigrazione, l'illusione che il controllo della Tripolitania e della Cirenaica diventi il viatico per una maggiore influenza sulle rotte commerciali del Mediterraneo sono alcune delle discutibili ragioni geo-politiche che spingono la quasi totalità dei partiti e dei movimenti politici ad invocare (in primis i nazionalisti) o almeno ad appoggiare la spericolata impresa. A fronte dell'unanime consenso istituzionale, è indubbio che la spedizione libica viene accolta con favore anche dalla maggioranza degli italiani, certamente condizionati da una massiccia campagna propagandistica in favore dell'intervento armato che si avvale non solo degli usuali strumenti di informazione politica (stampa, comizi, proclami, conferenze, manifesti...), ma anche di ogni altro mezzo di comunicazione in grado di coinvolgere emotivamente l'opinione pubblica. Del resto il 1911 è l'anno ideale per un'operazione mediatica di questo tenore: le fastose commemorazioni del 50° anniversario dell'Unità d'Italia e le celebrazioni in chiave nazionalista delle guerre risorgimentali diventano il proscenio ideale per la promozione della nuova impresa bellica. L'enfasi retorica riservata al Risorgimento dalla pubblicistica e dall'editoria di consumo viene rimodulata a sostegno della spedizione africana e in questa strategia di manipolazione dell'immaginario collettivo degli italiani anche il cinema avrà un ruolo rilevante. Tra il 1911 e il 1912 tutte le maggiori case di produzione italiane si impegnano a fondo nel tentativo di avvalorare la ragioni dell'intervento militare con la produzione di film a soggetto di vario genere, ma tutti mirati a sostenere più o meno esplicitamente la legittimità della guerra in corso. In alcuni casi il riferimento alle vicende belliche è diretto: film come Raggio di luce (Episodio della presa di Tripoli) (Cines, 1911) o Due volte colpito nel cuore (episodio della guerra italo-turca) (Vesuvio Films, 1912), L'eroica fanciulla di Derna (Vesuvio Films, 1912) sono ambientati nel teatro di guerra ed esaltano da un lato l'eroismo e il coraggio dei soldati italiani e dall'altro denunciano le angherie e i crimini dell'odiato nemico turco. D'altro canto la cinematografia italiana non mancherà di enfatizzare l'efferatezza degli Ottomani, proponendo sugli schermi vicende storiche del passato che testimoniano l'eterno conflitto tra l'occidente cristiano e l'impero turco: si pensi ad esempio a I cavalieri di Rodi (Ambrosio, 1912), Hussein il pirata (Vesuvio Films, 1912), Gulnara (Una storia dell'indipendenza greca 1820-1830) (Ambrosio, 1911). Quando poi, nel prosieguo del conflitto, risulterà evidente il sostegno all'esercito turco da parte di alcune tribù arabe di Tripolitania e Cirenaica, l'idea di giustificare la guerra in corso come l'inevitabile epilogo di un ancestrale scontro di civiltà si consoliderà ulteriormente. A suffragio di questa tesi vengono realizzati film dai toni esplicitamente razzisti, come ad esempio Infamia araba (Cines, 1912), che demonizzano la cultura araba e musulmana, spacciando il tentativo di colonizzazione italiana come una doverosa esportazione del progresso e della cristianità: probabilmente non estraneo a questo clima il film di Enrico Guazzoni La Gerusalemme liberata (Cines, 1911), che anticipa solo di qualche mese l'entrata in guerra dell'Italia.
La pianificazione propagandistica in favore della guerra prevede il coinvolgimento di tutte le classi sociali e di tutte le fasce di età e a questo scopo la cinematografia nazionale attua una disseminazione delle tematiche belliche anche nel genere comico e nella filmografia dedicata ai ragazzi: solo nel 1912 i cartelloni dei cinema riportano titoli come Cocciutelli in guerra (Milano Films, 1912), Le medaglie di Bidoni (Cines, 1912), Pik Nik odia il turco (Aquila Films, 1912), Pik Nik vuole andare a Tripoli (Aquila Films, 1912) o Guerra italo turca tra scugnizzi napoletani (Film Dora, 1912).
La produzione di film a soggetto di matrice nazionalista ambientati in Tripolitania non cessa neppure alla conclusione del conflitto italo-turco, ufficialmente sancita nell'ottobre del 1912 con la rinuncia da parte della Turchia ai territori contesi; infatti il trattato di pace non fermerà la resistenza armata delle popolazioni locali, in particolare degli abitanti della Cirenaica, refrattari all'occupazione italiana. Il perdurante stato di belligeranza, che si acuisce negli anni della I guerra mondiale, sarà il pretesto per altri film di propaganda ambientati nella colonia d'oltremare e dichiaratamente ostili alle popolazioni locali ribelli; tra i vari titoli: Il tricolore (Film Dora, 1913), Il bacio della gloria (F.A.I., 1913), Negli artigli del Pascià (1914), Il sogno patriottico di Cinessino (Cines, 1915).
Se i film di finzione a soggetto bellico risultano determinanti nella costruzione del consenso popolare a sostegno del conflitto, una rilevanza ancora maggior in questo senso avrà la vasta produzione documentarista realizzata in territorio di guerra da alcune case di produzione italiane. Già dall'ottobre 1911 la Cines avvia la produzione di una serie di documentari di 150 m. cadauno, che vengono distribuiti nelle sale con scadenza settimanale allo scopo di informare gli spettatori sugli ultimi avvenimenti della campagna militare: un vero e proprio cine-giornale sul modello del Pathé Journal, esclusivamente dedicato alla guerra in corso, in cui, come ovvio, vengono enfatizzate le vittorie dell'esercito italiano, la perfetta organizzazione militare dalla spedizione, la potenza di fuoco degli armamenti al seguito. Ma se le scene di battaglia, spesso ricostruite ad uso della macchina da presa, risultano di forte impatto sul pubblico, di non minor importanza sono le sequenze relative alla condizione dei soldati, all'adeguatezza del loro equipaggiamento, all'efficienza dei campi che li ospitano, all'ottimo rapporto instaurato con la popolazione locale. Immagini rassicuranti scientificamente ideate per tranquillizzare in patria le famiglie dei militari al fronte. Oltre all'infinita corrispondenza filmata della Cines (più di 80 film) tra il 1911 e il 1912 vengono girati decine documentari sugli eventi bellici anche dall'Ambrosio di Torino, dall'Itala Film, dalla ditta Giovanni Pettine e dal milanese Luca Comerio, certamente uno degli operatori più attivi nei territori di guerra. Nonostante la smaccata retorica, l'assoluta parzialità nella ricostruzione dei fatti e l'evidente inattendibilità delle riprese sul campo di battaglia le proiezioni di questi film sono accolte con frenetico entusiasmo dagli spettatori italiani, diventando spesso pretesto per rumorose e deliranti dimostrazioni di orgoglio patriottico: il pubblico si rivolge inneggiante allo schermo, inveisce contro l'odiato turco e intona il motivo più in voga del momento: "Tripoli bel suol d'amore... Tripoli, terra incantata, sarai italiana al rombo del cannon!"
Tariffe:
Numero posti: 174
Aria Condizionata
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