Sabato 2 luglio 201116.45
Cinema Lumière - Sala Scorsese

POLUSTANOK

(Urss/1961) di Boris Barnet (87')

T. it.: La piccola stazione; Scen.: Boris Barnet, Radij Pogodin; F.: Sergej Polujanov; Scgf.: Vasilij Šerbak; Mu.: Kirill Molčanov; Testo canzoni: Nikolaj Dorizo, Su.: Ol'ga Burkova; Int.: Vasilij Merkur'ev (Pavel Pavlovič), Kolja Bogatyrev (Griška), Ljuda Čistjakova (Njus'ka), Ekaterina Mazurova (nonnina Tat'jana), Nadežda Rumjanceva (Simka, contabile del kolchoz), Boris Novikov (brigadiere del kolchoz), A. Berezovskaja (Klavka), Elizaveta Nihiščihina (Zojka), A. Potapov, V. Ryžakov, V. Orlovskaja; Prod.: Mosfil'm; Pri. Pro.: 24.11.1963; 35mm; b/n; D.: 67' 

La storia dell'accademico non più giovane Pavel Pavlovič, il quale, munito di tele e pennelli giunge in un paesino di campagna in cerca di tranquillità, senza dubbio può essere letta come una sorta di autobiografia del regista, profonda riflessione sullo scorrere della vita e sul bisogno di farne un bilancio. La nuova e inaspettata atmosfera, da cui il protagonista si lascia catturare rivivendo quasi una seconda giovinezza e che ci riporta a una sorta di idillio pastorale, qui è avvolta da un sottile velo di malinconia. Inoltre, la sua figura, seppur circondata da personaggi non meno importanti, questa volta emerge del tutto nel ruolo centrale mantenendo costante una posizione di primo piano. "Questo è un personaggio stanco, con ancora le ferite della guerra, ma che non può trattenersi dall'aggiustare una macchina da cucire o un telefono appena qualcuno glielo chiede. Senza dubbio è la stanchezza di Barnet, che bene doveva aver conosciuto tale stato d'animo" ricorda Bernard Eisenschitz, riferendosi anche a Poet (Il poeta) del 1956. Dopo il successo di Alënka, da parte della critica ma non del pubblico, la stampa guardò a Polustanok con curiosità ma non ne rimase convinta. In particolare, il carattere straniante venne recepito come una grande debolezza, lontano dall'attualità. Ciò che per Barnet costituiva la chiave d'accesso alla sfera dei sentimenti fu interpretato dalla critica semplicemente come il «racconto su di un anziano alle prese con situazioni poco divertenti», riflesso, questo, del clima di distacco e di indifferenza che si era andato a creare sempre più intorno a lui. 

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Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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