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Fellini & Rossi. Il sesto vitellone

Autore: Moraldo Rossi e Tatti Sanguineti
Le Mani-Cineteca di Bologna, 2001, pp. 176

Alberto, Leopoldo, Riccardo, Fausto e Moraldo. Perché Franco Interlenghi si chiamava Moraldo e non Franco? Chi era il sesto vitellone? Un uomo coi baffi e una rosa in bocca o l’aiuto di Federico? Fino a che età si resta vitelloni? Perché solo Moraldo sale sul treno per la città? Da che città veniva Moraldo? Che rapporto c’è fra Moraldo e Marcello? Perché si diceva che Federico e Moraldo erano fidanzati? Perché Giulietta ce l’aveva tanto con Moraldo? Perché Pietro Germi aveva voluto Moraldo a fianco di Fellini? Perché Moraldo aveva menato Sordi e Zeffirelli? Cosa facevano tutte le notti Fellini e Moraldo su una vecchia automobile americana con un fanale manovrabile sul tetto, lungo la Cassia? Come faceva Moraldo ad avere tutte le ragazze che aveva? Come mai anche il Matto doveva farlo Moraldo? Perché Moraldo se ne va prima della Dolce vita? Perché non gli danno la lettera in cui Fellini gli dice: “Moraldo, ritorna! Non fare lo stronzo…”. 
Il libro racconta una decade di Fellini, quel periodo di straordinaria trasformazione, per la società e per il cinema italiano, che furono gli anni Cinquanta. I ricordi sono quelli di Moraldo Rossi, aiuto regista da Lo sceicco bianco a Le notti di Cabiria, raccolti, messi su carta, vagliati e reinterpretati da Tatti Sanguineti, cinefilo e storico appassionato del cinema italiano.

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