Da 'À bout de souffle' fino alle porte del '68

Programmazione

MONTPARNASSE-LEVALLOIS (episodio di Paris vu par..., 1965, 18') Una ragazza ama un uomo a Montparnasse e un altro a Levallois e crede di avere scambiato gli indirizzi delle lettere a loro inviate. Da un racconto di Giraudoux, narrato da Belmondo in La donna è donna, poi ripreso da Rohmer in Racconto d'inverno.

ALPHAVILLE, UNE ÉTRANGE AVENTURE DE LEMMY CAUTION (1965, 98')
Godard evoca l'immagine del futuro - ossia l'Utopia in nero di Alphaville, metropoli alienata e disumana, dominata dal cervello elettronico Alpha 2000, che ha cancellato le facoltà di pensare e ricordare - negli spazi gelidi e asettici del presente (la Parigi del 1965).

À BOUT DE SOUFFLE (1960, 90')
“Quello che desideravo fare, era partire da una storia convenzionale e rifare, ma in maniera diversa, tutto il cinema che era già stato fatto. Volevo anche dare l'impressione di scoprire o sentire i procedimenti del cinema per la prima volta” (Jean-Luc Godard).

LE PETIT SOLDAT (1960, 88')
In piena guerra d'Algeria, un antieroe oscilla fra OAS e FLN, fra impegno e cinismo, ma si lascia coinvolgere dai sentimenti. Un (falso) film di spionaggio intriso di disillusione esistenziale e nostalgia per gli ideali perduti.  

UNE FEMME EST UNE FEMME (1961, 85')
Primo film di Godard a colori e in cinemascope, “deriva da una frase di Chaplin: “La tragedia è la vita in primi piani; la commedia è la vita in campi totali”. Mi sono detto: farò una commedia in primi piani; così il film sarà tragicomico” (Jean-Luc Godard.

LA PARESSE (episodio di Les Sept Péchés Capitaux, 1962, 113')
Godard devitalizza Eddie Constantine, divo dei polizieschi francesi degli anni '50, spogliandolo della sua proverbiale energia e anticipando le figure segnate dalla fatica e dalla malinconia che ricorreranno nel suo cinema dagli anni '90 in poi.

IL NUOVO MONDO (Le nouveau monde, episodio di Ro.Go.Pa.G., 1963, 20')
Quasi una prova generale di Alphaville, con i luoghi del presente filmati in un clima apocalittico e dominato dall'ansia dell'esplosione atomica, in cui si smarriscono i sentimenti. Per la prima volta, Godard ricorre, per la musica, a uno dei Quartetti di Beethoven.

LES CARABINIERS (1963, 75') La guerra denudata di ogni alone romanzesco e spettacolare e ridotta a un nudo apologo tra Brecht e Jarry. Girato in uno scabro bianco e nero nel terrain vague della periferia parigina. Da antologia la sequenza delle cartoline che diventano atti di proprietà.

LE GRAND ESCROC (episodio di Les plus belles escroqueries du monde, 1963, 25')
“È un episodio che mi piace molto anche se non è uscito. (…) È la storia di una reporter di cinema verità che intervista un tale che è un truffatore, ma un truffatore originale perché dà dei soldi falsi ai poveri” (Jean-Luc Godard).

LE MÉPRIS (1963, 103')
Il romanzo di Moravia diviene il pretesto per uno dei film più lineari di Godard, dove il paesaggio mediterraneo offre un sontuoso contrasto alla volgarità del milieu cinematografico e all'amarezza della fine di una coppia.

BANDE À PART (1964, 95')
La preparazione di un rapina che finisce in un burlesque, è il pretesto per seguire le avventure di tre eterni adolescenti (Anna Karina, Claude Brasseur e Sami Frey) nella banlieue parigina tra la Marna e il Faubourg Saint-Antoine. Magistrale la sequenza del Louvre, visitato a ritmo di corsa. Non fu distribuito in Italia.

UN FEMME MARIEE (1964, 98')
Un film di istanti fisici più che di situazioni drammatiche: "Une femme marine è ventiquattrore della vita di una donna che aspetta un bambino, non sa se il padre è il marito o l’amante, non sa con chi dei due continuerà a vivere" (Jean Luc Godard).

PIERROT LE FOU (1965, 110')
Una sorta di happening. "Si tratta di un film del tutto inconscio. Non sono mai stato tanto inquieto prima delle riprese; non avevo nulla, proprio nulla, (...) sapevo che la storia sarebbe terminata in riva al mare" (Jean-Luc Godard.

ANTICIPATION OU L'AMOUR EN L'AN 2000 (episodio di Le plus vieux métier du monde, 1967, 20')
Un trattato sulla prostituzione, vista nell’anno 2000. Cosa significa riscoprire il significato di un bacio. L’ultimo film girato con Anna Karina. E il suo ultimo sguardo in macchina, sorridente e dolente.

MADE IN USA (1966, 110')
Un noir anomalo ambientato in una città immaginaria della Francia. "Avevo appena rivisto Il grande sonno e mi è venuta l’idea di un ruolo alla Humprey Bogart interpretato da una donna, nel caso specifico da Anna Karina" (Jean- Luc Godard). 

MASCULIN FÉMININ (1966, 110')
La gioventù parigina degli anni ‘60. "Ho cercato di studiare i giovani dal punto di vista delle “strutture”. Mi sono comportato come un ricercatore che studia le cellule, tenta di isolarne una e la guarda vivere" (Jean-Luc Godard).

CAMÉRA-OEIL (episodio del film collettivo Loin du Vietnam, 1967, 15')
Com’è che il Vietnam entra in noi? Una prima forma di autoritratto filmato, uno dei primi esempi di film saggio. "Il primo film vertoviano di Godard" (Jacques Aumont).

DEUX OR TROIS CHOSE QUE JE SAIS D'ELLE (1966, 95')
La lei del titolo è Marina Vlady. La lei del titolo è ovviamente Parigi. Da un’inchiesta di “Le Nouvel Observateur”, Godard realizza uno dei suoi film più affascinanti, tra Brecht, trattati di sociologia e pop art.