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Laboratorio di innovazione di Europa Cinemas per l’ampliamento del pubblico

 Nuovi tipi di pubblico, nuove sfide e nuove prassi

Condotto da Madeleine Probst (Watershed Cinema Programme Producer in Bristol & Vice-President of Europa Cinemas) con Mathias Holtz (Programming Manager, Folkets Hus och Parker, Sweden)
Organizzato da Fatima Djoumer e il team di Europa Cinemas

 

Torniamo nella patria dello slow food e della riflessione lungimirante sul cinema del passato per la decima edizione dell’incontro annuale dei membri di Europa Cinemas, la cui rete comprende ben 69 paesi con quasi 1200 sale. Ciò che distingue le sale di Europa Cinemas dalle altre sono le nostre scelte di programmazione, che accolgono la ricca e diversificata gamma del cinema europeo e mondiale. Valorizzare questi film è una sfida complessa, in un mercato dominato dai campioni di incassi e da un marketing che può contare su budget altissimi. In un contesto in rapida evoluzione in cui il consumatore digitale vuole ‘tutto, ovunque, ora’, come facciamo a mantenere la nostra autonomia e la nostra vitalità di spazi pronti a offrire agli spettatori un’esperienza di visione ricca e varia? Come possiamo trovare un modo intelligente e creativo per coltivare la nuova generazione di spettatori e creatori di cinema?

Sarebbe difficile immaginare un contesto più stimolante per esplorare soluzioni creative. Con le sue notti costellate di proiezioni in Piazza Maggiore, il Cinema Ritrovato è la prova tangibile che la storia del cinema è viva e vegeta e che il nostro ricco patrimonio cinematografico riesce ad attrarre persone di tutte le età, creando singole esperienze condivise in luoghi e tempi ben precisi. Mentre James Dean, icona di una generazione ribelle, diventerà il protagonista assoluto di Piazza Maggiore, noi rifletteremo su ciò che la generazione di nativi digitali del XXI secolo può volere dalle nostre sale cinematografiche. Tra i principi che hanno ispirato il seminario ci sono l’importanza di far conoscere ai giovani il passato attraverso il cinema e il desiderio di consegnar loro un preciso patrimonio cinematografico europeo. Negli ultimi dieci anni, quasi 300 esercenti hanno avuto la possibilità di aprirsi a nuove modalità di coinvolgimento degli spettatori, modalità che hanno spesso prodotto esempi da seguire e collaborazioni pan-europee. Il processo dell’iniziativa deve molto alla generosità dei partecipanti e degli ospiti coinvolti, alla dedizione della coordinatrice Fatima Djoumer, ai team di Europa Cinemas e Il Cinema Ritrovato e ai preziosi contributi di Ian Christie, professore di cinema al Birkbeck College di Londra. Ho avuto il privilegio di partecipare a sei edizioni del seminario e di vederlo sempre più frequentato. Negli anni, l’area d’interesse del seminario si è ampliata, reagendo ai cambiamenti della fruizione cinematografica in un ambiente digitale sempre più dirompente, fino a includere una riflessione più ampia mirata a creare modelli innovativi che siano in grado di coinvolgere gli spettatori del futuro in tutta la loro diversità.

Pare appropriato, per la decima edizione del seminario, definire Bologna un ‘laboratorio di innovazione’: l’espressione riflette l’esito del suo percorso, uno spazio di ricerca nel quale i professionisti del cinema possono elaborare e condividere esperimenti – successi e fallimenti – e individuare insieme strategie pratiche e sensate per gestire modalità di fruizione cinematografica sempre più dirompenti e dinamiche. La sensazione di scompiglio causata dal digitale, che consente all’utente di scegliere con libertà sempre maggiore i contenuti, ha portato alla necessità di reinventare il ruolo delle sale cinematografiche nel mondo digitale iperconnesso e multi-piattaforma di oggi. Come ha osservato recentemente il regista e sceneggiatore Paul Schrader, “il cinema sta cambiando completamente, sistematicamente... Lo stiamo reinventando ancora una volta”. Se il digitale ha reso più accessibile che mai la proiezione e la fruizione, non abbiamo ancora capito del tutto come l’accesso a una vastissima quantità di contenuti su un numero crescente di piattaforme possa influenzare le scelte dei film da proiettare, la percezione che lo spettatore ha della sala cinematografica e le abitudini di visione.

Secondo studi recenti del francese CNC (Centre National du Cinéma et de l’image animée), in Francia la frequentazione delle sale cinematografiche tra i giovani sotto i 24 anni è in calo. Le ricerche della professoressa Elizabeth Prommer dell’Università di Rostock suggeriscono che le buone affluenze in molti paesi sono trainate da un aumento degli spettatori con più di 50 anni (fino al 41% in Germania). Comunque si giudichino la provocazione di Schrader o gli esisti di queste ricerche sul futuro delle sale cinematografiche, stiamo certamente andando verso una situazione in cui il pubblico si aspetta di più dal suo investimento di tempo e denaro, dal punto di vista esperienziale, partecipativo, curatoriale o editoriale. Ciò apre delle possibilità per le sale cinematografiche che hanno capito le esigenze del loro pubblico e che sono molto attive con i loro spazi in rete e sociali. Nonostante non si faccia che parlare di digitale, si riconosce che il fattore più importante per assicurarci un futuro nella nuova era è sin troppo umano e reale. Quelli che stiamo vivendo sono tempi esaltanti e impegnativi per noi esercenti cinematografici che siamo in prima linea nel vivace confronto con platee locali (e sempre più globali).

Mettere a punto un approccio in sintonia con il XXI secolo non significa aver paura di imparare l’uno dall’altro e da altri set-tori (che possono essere l’industria, il commercio al dettaglio, il design o un ristorante come il rinomato Bertino e Figli di Bologna). Quest’anno il direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, ci accompagnerà in una conversazione su vini naturali e cinema con il regista e sommelier Jonathan Nossiter (Mondovino), autore di Natural Resistance (che vede la partecipazione di Gian Luca e che sarà proiettato nel corso del Festival). L’ampliamento del pubblico del cinema d’essai è un processo molto simile alla produzione di vino naturale: in entrambi i casi, alla creazione di modelli imprenditoriali inventivi e sostenibili si accompagna la qualità dell’offerta. È un lavoro lungo, spesso nutrito dalla passione e dalla convinzione che diverse abitudini di consumo possano in fin dei conti arricchire la nostra vita sociale e culturale di individui all’interno di comunità diversificate.

Neil McGlone (autore e storico del cinema che ha collaborato a A Story of Children and Film di Mark Cousins) condividerà con noi alcune riflessioni sulle strategie creative con cui far conoscere alla prossima generazione il patrimonio cinematografico mondiale. La programmatrice di sala Muffin Hix ci aiuterà a re-immaginare i nostri spazi raccontandoci l’esperienza di The Lost Picture Show e dei cinema pop-up. Rifletteremo anche su casi specifici per ispirare i partecipanti a individuare soluzioni creative (come nel caso degli appuntamenti al buio con il cinema della Repubblica Ceca e il nuovo sistema svedese di classificazione dei film, che punta a richiamare l’attenzione su storie che mettono al centro la figura femminile e a denunciare il maschilismo nell’industria del cinema). Quale che sia il futuro delle sale cinematografiche, possiamo esser certi che il laboratorio di innovazione di Bologna ci offrirà ancora una volta uno spazio collettivo vivace e fruttuoso in cui liberare le nostre energie creative sotto lo sguardo attento del ribelle James Dean, del pacifista Charlie Chaplin e della femminista Germaine Dulac.

(Madeleine Probst - Vice presidente di Europa Cinemas)