Intervista al Dir. Nicola Borrelli (MiBAC)

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema patrocina Far Game. Le frontiere del videogioco tra industria, utenti e ricerca.

AESVI (Associazione Editori Software Videoludico Italiana) ha intervistato Nicola Borrelli, Direttore Generale per il Cinema.

1. Qual è il suo ruolo al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e di che cosa si occupa il suo dipartimento?

L'obiettivo della Direzione Generale per il cinema è promuovere lo sviluppo e la diffusione del Cinema italiano e dell'industria cinematografica nazionale, questa Direzione svolge funzioni e compiti in materia di attività cinematografiche.
Il mio ruolo prevede la disposizione di interventi finanziari a sostegno delle attività cinematografiche e di promozione della cultura cinematografica; incluse verifiche amministrative e contabili sugli enti sottoposti a vigilanza e sui soggetti beneficiari di contributi da parte del Ministero.
Presiedo, inoltre, le commissioni in materia di attività cinematografiche previste dalla normativa di settore e partecipo alle riunioni del Comitato per i problemi dello spettacolo presiedendo la relativa Sezione competente.
La Direzione Generale Cinema si suddivide in tre Servizi, il Servizio I si occupa degli Affari Generali, della Programmazione, del bilancio e del personale, il Servizio II ha competenza sugli interventi finanziari a valere sul fondo della produzione, distribuzione, esercizio e industrie tecniche e tra gli altri compiti, ad esempio, cura l'erogazione e il monitoraggio dei contributi percentuali sugli incassi realizzati in sala dalle opere cinematografiche; si occupa del riconoscimento dell'attestato di qualità e della corresponsione del premio di qualità attribuito ai lungometraggi riconosciuti di nazionalità italiana.
Il Servizio III ha competenze in ordine agli interventi finanziari per la promozione delle attività cinematografiche in Italia ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28 e successive modificazioni e si occupa inoltre della gestione degli accordi di coproduzione e codistribuzione cinematografica; concedendo le sovvenzioni a favore di iniziative e manifestazioni all'estero.
 
2. Perché il Ministero dei Beni e delle Attività culturali ha deciso di concedere il proprio patrocino a FAR GAME, evento promosso dalla Cineteca di Bologna per divulgare la cultura del videogioco? Come viene percepito il medium videoludico nel suo Ministero?

Questa Direzione ha deciso di patrocinare Far Game in quanto ritiene che il rapporto tra il mondo del cinema e quello dell’intrattenimento videoludico sia molto stretto, lo dimostra il fatto che molte pellicole di successo sono state trasformate in videogioco. Inoltre le trame e la grafica dei giochi assomigliano sempre più a quelle dei film: il videogioco moderno ha tratto, dal cinema, innanzitutto il concetto di regia, l'utilizzo e le tecniche delle telecamere virtuali. Il cinema si è servito dei videogiochi come campo pratico per l'utilizzo della arte grafica, della creazione di scene costruite in totale tecnologia digitale e, quindi, della possibilità di utilizzare un nuovo tipo di ripresa, totalmente distaccata dai dettami classici e assolutamente avveniristica.
In virtù di queste affinità, la DGC ha deciso di concedere il proprio patrocinio a Far Game, manifestazione che prevede numerosi dibattiti di approfondimento sul medium videoludico così come eventi di intrattenimento che coinvolgeranno studiosi, professionisti e appassionati, un modo per ribadire quanto il cinema e il videogioco appartengano a mondi simili e quanto oramai l’interesse verso questo medium sia aumentato.
 
3. Come vede la relazione tra cinema e videogiochi?

Sia il cinema che il videogioco rappresentano entrambi un momento di evasione: il videogioco rappresenta un’opportunità  per evolvere imparando a sfruttare a nostro vantaggio uno sviluppo tecnologico sempre più diffuso in ogni aspetto della nostra vita quotidiana, offrendoci la possibilità di apprendere attraverso il gioco e questo, indubbiamente, ne determina il proprio plusvalore.
Il cinema viene inteso come il più grande strumento di distrazione, la “fabbrica dei sogni”, in grado di dar vita  ai desideri degli spettatori , rappresentando per essi una forma di evasione dalla realtà.
Entrambi dunque rappresentano un momento che può appagare e dare la possibilità di distrarsi dalla vita di tutti i giorni, costituendo anche un fattore di apprendimento e socializzazione.
 
4. Lei è un videogiocatore? Che rapporto ha con i videogiochi?

Si, ogni tanto è capitato che mi intrattenessi con i videogiochi, il medium ludico stimola il cervello del giocatore, lo porta ad agire in maniera differente rispetto all’usuale, grazie all’immediatezza del messaggio visivo dell’immagini.
Direi che sta alla nostra intelligenza cogliere l’aspetto positivo che possono offrici i videogiochi,  affinché diventino strumenti di crescita personale e comunitaria.
 
5. Cosa ritiene si potrebbe fare in futuro per valorizzare il videogioco nel sistema culturale del nostro Paese? Quale il ruolo del suo Ministero?

Il  riconoscimento e la valorizzazione del videogioco nel sistema sociale e culturale sta prendendo piede, la costituzione,  presso la cineteca di Bologna, del primo archivio video ludico italiano ne è un esempio, si pensi poi anche all’apertura di una sezione dedicata alla nascita del linguaggio video ludico in occasione della Triennale di Milano.
Mi sembra di ricordare che alla fine del 2011 a Roma dovrebbe aprire il museo del Videogioco, “Vigamus”, che rappresenterà un punto di riferimento per le attività di valorizzazione, promozione, e diffusione dei prodotti videoludici.
Il Ministero cercherà, per quanto possibile, di dare sempre il suo sostegno e FAR GAME è sicuramente un’occasione per promuovere l’avvio di un dibattito che testimoni l'importanza culturale e sociale del videogioco, ribadendo, ancora una volta, quanto il mondo del cinema e quello dei videogiochi abbiano dei punti in comune e quanto l’interesse da parte delle istituzioni nei confronti di questo “medium”, inteso come strumento contemporaneo che racchiude al suo interno cinema, musica e persino letteratura, sia sempre più crescente.