Sabato 5 luglio 201421.45
Cinema Lumière - Sala Scorsese

LA PIÙ BELLA SERATA DELLA MIA VITA

(Italia-Francia/1972) R.: Ettore Scola. D.: 106'. V. italiana. Digitale


Sog.: dal romanzo La panne di Friedrich Dürrenmatt. Scen.: Sergio Amidei, Ettore Scola. F.: Claudio Cirillo. M.: Raimondo Crociani, Loredana Cruciani. Mus.: Armando Trovajoli. Int.: Alberto Sordi (Alfredo Rossi), Michel Simon (Zorn, il procuratore), Pierre Brasseur (conte La Brunetière), Charles Vanel (Dutz, il giudicepresidente), Claude Dauphin (Buisson, il cancelliere), Janet Agren (Simonetta), Giuseppe Maffioli (Pilet), Dieter Ballmann (meccanico), Hans Ballmann (meccanico). Prod.: Dino De Laurentiis per Produzioni De Laurentiis International Manufacturing Company, Columbia Films DCP. D.: 106'. Versione italiana con sottotitoli inglesi / Italian version with English subtitles
Da: Sony Columbia Restaurato in 2K da Sony Pictures presso Colorworks. L'originale 35mm è stato scansionato a 4K presso Colorworks. Le operazioni di restauro volte a correggere i danni dell'immagine sono state eseguite presso Prasad Group in India, il restauro sonoro presso Chace Audio by Deluxe. Color correction e DCP sono stati eseguiti presso Colorworks / The film was restored in 2K by Sony Pictures at Colorworks. The 35mm original release print was scanned at 4K at at Colorworks. Digital image restoration to correct for damage was completed at Prasad Group in India, and audio restoration at Chace Audio by Deluxe. Color correction and DCP completed at Colorworks


All'inizio degli anni Settanta alcuni film etichettati come 'commedia all'italiana' rivelarono un'asprezza più acuminata nel delineare la degenerazione della borghesia nostrana. Nell'arco di poco più di un anno escono Roma bene (1971) di Lizzani, quadro impietoso di industriali e aristocratici, In nome del popolo italiano (1971) di Risi, dove un imprenditore corruttore è assediato da un giudice, e La più bella serata della mia vita (1972) di Ettore Scola, dove un magistrale Alberto Sordi è Alfredo Rossi, commerciante romano di tessuti residente a Milano, che, in viaggio a Lugano per depositare illegalmente i suoi soldi, insegue una bella centaura e precipita in una trappola surreale. Infatti si ferma in un castello nei boschi svizzeri, dove quattro anziani magistrati lo processano nel corso di una cena sontuosa che sembra un gioco ma si conclude in modo imprevedibile. Scola e lo sceneggiatore Sergio Amidei si ispirarono a un bellissimo racconto di Friedrich Dürrenmatt, La panne (1956), adattando la fisionomia del protagonista - incarnazione di un cinismo triviale - a un ordinario 'mostro' italiano così narcisista e compreso nella propria sfacciata impunità da compiacersi di essere descritto come un criminale. Scola e Amidei modificarono alcuni elementi del racconto, traducendo magnificamente anche nel film il crescendo inquisitorio che denuda i misfatti commessi dall'uomo medio, grazie al sarcasmo tagliente dei dialoghi, all'inquietante atmosfera del castello, ai raffinati cromatismi rossi e scuri della fotografia di Claudio Cirillo, alle scenografie di Luciano Ricceri e ai quattro Stradivari che circondano Sordi, tutti venerabili vegliardi del cinema francese: il rabelaisiano Michel Simon, il gelido Claude Dauphin, il sornione Charles Vanel e il volpino Pierre Brasseur, morto improvvisamente al termine delle riprese. Sottovalutato dalla critica e dal pubblico al momento dell'uscita natalizia, introvabile per quarant'anni, il film inaugura una nuova fase nel cinema di Scola che, per la prima, volta si ispira ad un testo letterario e privilegia la claustrofobia come dimensione narrativa. È anche un film significativo nella collaborazione fra Sordi e Scola (iniziata negli anni Cinquanta, quando il secondo era uno sceneggiatore), approfondendo quei lineamenti di viltà e opportunismo già presenti nell'editore Di Salvio di Riusciranno i nostri eroi... (1968), con in più una tinta di crudeltà che ritroveremo in Come una regina (episodio di I nuovi mostri, 1977) e nel discontinuo Romanzo di un giovane povero (1995). Impossibile non vedere nell'imprenditore lombardo che porta i suoi soldi di nascosto in Svizzera il futuro Presidente del Consiglio che proprio in quegli anni muoveva i suoi primi passi da imprenditore.

Roberto Chiesi

At the beginning of the seventies some films labelled as 'Comedy Italian Style' expressed an edgier bitterness in defining the degeneration of the Italian bourgeoisie. In just over a year three films were released: Lizzani's Roma bene (1971), an unforgiving image of industry and aristocracy; Risi's In nome del popolo italiano (1971) where a corrupt entrepreneur is harangued by a judge; and The Most Wonderful Evening of My Life (1972) directed by Ettore Scola, where a masterful Alberto Sordi is Alfredo Rossi, a fabric salesman from Rome who lives in Milan and who meets a beautiful woman on a motorbike, while going to Lugano in order to illegally deposit some money, and falls into a surreal trap. He ends up in a castle in the Swiss woods, where four elderly judges put him on trial during a sumptuous dinner. It seems like a game but has an unexpected ending. Scola and the scriptwriter Sergio Amidei were inspired by Friedrich Dürrenmatt's beautiful short story A Dangerous Game (1956), adapting the main character, who is the incarnation of crude cynicism, into an everyday Italian 'monster' who is so narcissistic and insolently believing to be above the law that it pleases him to be described as a criminal. Scola and Amidei modify some elements of the story, magnificently transporting the questioning crescendo that strip the misdeed committed by the average man, thanks to the cutting sarcasm in the dialogues, the disturbing atmosphere at the castle, the finest dark and red colours of Claufio Cirillo's photography, Luciano Ricceri's sets and the four Stradivarius that revolve around Sordi, all venerable elders of French cinema: the rabelasian Michel Simon, the frosty Claude Dauphin, the crafty Charles Vanel and the fox-like Pierre Brasseur, who died suddenly at the end of filming. Underrated by critics and the public when it was released at Christmas time, the film ushered in a new phase in cinema for Scola, who for the first time had been inspired by a literary text and who gives claustrophobia a narrative dimension. It is also a significant film in the collaboration between Sordi and Scola (beginning in the fifties, when the latter was a scriptwriter), enhancing the features of cowardice and opportunism which were already present in the character Di Salvio with Will Our Heroes Be Able to Find Their Friend Who Has Mysteriously Disappeared in Africa? (1968), with a hint of ruthlessness in Come una regina (episode in I nuovi mostri, 1977) and in the uneven Romanzo di un giovane povero (1995). In the businessman who secretly moves his money from Lombardy to Switzerland we cannot help recognizing the future Italian Prime Minister, who was then taking his first steps as an entrepreneur.

Roberto Chiesi

Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
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