LOLA
(Lola, donna di vita, Francia/1961) R.: Jacques Demy. D.: 85'. V. francese
Restaurato della Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, Fondation Groupama pour le Cinéma e Ciné Tamaris
Andato distrutto in un incendio il negativo originale, nel 2000 è stato realizzato un nuovo internegativo di Lola, con l'aiuto di Archives Françaises du Film, a partire da un copia ritrovata al British Film Institute. La realizzazione di questo nuovo internegativo è stata supervisionata da Agnès Varda con il contributo, per la posa del fi lm, di Raoul Coutard, direttore della fotografia di Lola. Nel 2012 un restauro completo del film è stato realizzato da Ciné Tamaris, Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma e Fondation Groupama Gan pour le Cinéma. Il film ha inoltre potuto benefi ciare di un restauro digitale dell'immagine e del suono che gli ha restituito tutto il suo splendore originale. In un film che si svolge interamente in tre giorni, sembra impossibile sviluppare i personaggi nel tempo del racconto se il regista si nega la comodità di flashback o di lunghe spiegazioni biografiche. Questo problema Demy lo risolve - e con quale eleganza! - proponendoci una visione plurima, frammentata, un ritratto visto da numerose prospettive diverse. Frankie per esempio è il doppio di Michel, ma di Michel com'era otto anni prima, nel momento in cui Lola l'ha incontrato a una festa. E la stessa Lola ci è mostrata come in uno specchio a tre volti: da una parte Cécile, i suoi quattordici anni, i suoi sogni d'adolescente, la sua passione per la danza e le sue fughe nei luna park; dall'altra Madame Desnoyers, ex ballerina, vittima di un marito giocatore che l'ha lasciata senza risorse con un figlio [...], piena di rimpianti per quello che non ha potuto realizzare, incapace di affrontare la propria solitudine e il deserto degli affetti. Al centro Lola - Lola per Richard, ma Cécile per Michel - trionfante e fragile, piena di fiducia in un avvenire che non sa ancora la travolgerà. [...] Questo gioco di specchi su cui è costruito il film genera una serie affascinante di doppie prospettive di cui Demy sfrutta quasi ogni possibilità: gli avvenimenti, come i sentimenti, passano il tempo a riprodursi, in un universo chiuso in se stesso la cui legge fondamentale sembra essere quella della ripetizione. [...] Questo universo chiuso di situazioni che si ripetono, è anche uno spazio magico in cui tutti sembrano invitati a un misterioso appuntamento: quando Michel, nelle prime inquadrature, arriva a Nantes, Lola vi è ritornata da soli tre giorni, Frankie è lì solo di passaggio con il suo battello, Roland sta decidendo di partire. Questo mondo in cui tutti si incrociano è un mondo da cui tutti aspirano a fuggire, e ciò che anima il film è un vasto movimento centrifugo che spinge tutti i personaggi a uscire dal cerchio che li trattiene per vivere il proprio destino. [...] Ma il caso onnipotente che li ha riuniti per lo spazio di qualche ora, in questo tempo si sarà divertito delle loro corse cieche, avrà moltiplicato gli incontri improbabili, li avrà fatti danzare il balletto delle occasioni perdute, delle collisioni mancate: Nantes diviene la foresta del Sogno di una notte di mezza estate dove ognuno vaga all'inseguimento dell'altro, dove le coppie si disfano e si cercano. [...] Questo intreccio di vagabondaggi si traduce materialmente nella fluidità dei lunghi movimenti della macchina da presa, nell'importanza assegnata soprattutto alla città, alle sue strade, ai luoghi di passaggio dove ci si incrocia talvolta senza vedersi. È là che il Destino attende alla svolta di una strada, all'alto di una scala. Gli interni sono rari e non ci si sofferma troppo, trascinati dalla frenesia di immergersi nuovamente in quel movimento perpetuo che anima il mondo.
Jean-Pierre Berthomé, Jacques Demy et les racines du rêve, L'Atalante, Nantes 1982
Since the original camera negative of Lola was destroyed in a fire, in 2000 a new internegative was made with the help of Archives Françaises du Film based on a copy found at the British Film Institute. The creation of the new internegative was supervised by Agnès Varda, aided by Raoul Coutard, the director of photography of Lola, for the exposure of the film. In 2012 Ciné Tamaris, Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, and Fondation Groupama Gan pour le Cinéma made a complete restoration of the film. Lola has returned to its original splendor thanks to the digital restoration of both image and sound. In a film that takes place over a period of just three days, developing the characters seems impossible if the director refuses the convenience of flashbacks or long, biographical explanations. Demy resolved this problem - and with such elegance! - by offering a plural, fragmented vision, a portrait from many different perspectives. Frankie, for example, is Michel's double - Michel as he was 8 years earlier, when he first met Lola at a party. And Lola herself is depicted as a mirror with three faces: on one side there's Cécile - herself at fourteen with her adolescent dreams, her passion for dance, and her escapes to the fairgrounds; on the other there is Madame Desnoyers, ex-dancer, victim of her gambling husband who left her penniless and with a son [...], full of regrets for what she was not able to achieve, incapable of accepting her own solitude and the desertion of her loved ones. At the center stands Lola - Lola to Richard, but Cécile to Michel - triumphant and fragile, full of faith in a future that, unbeknownst to her, will overwhelm her [...]. This game of mirrors underlying the film generates a series of fascinating double perspectives that Demy takes advantage of every chance he gets: events and sentiments reproduce themselves in a closedin universe whose fundamental law seems to be repetition. [...] It is where situations repeat themselves, but also a magical space where it appears everyone is invited to a mysterious appointment: when, in one of the first shots, Michel arrives in Nantes, Lola has just been there three days, Frankie is just passing by with his boat, and Roland decides to leave. This world, in which everyone runs into one another, seems to be driven by a giant whirlwind that pushes the characters out of this vortex so that they can begin living out their own destinies. [...] But the fate that has brought them together for only a few hours ends up multiplying the improbable encounters, forcing them to dance the dances of missed opportunities, missed collisions. Nantes becomes the forest in A Mid-Summer's Dream where everyone chases after everyone else, where couples break up and come back together. [...] This tangle of wanderers gets translated by the long camera movements, the importance of the city - its streets where people sometimes walk right by each other without noticing. It is there where Fate awaits at a bend in the road, from above on a set of stairs. Interior shots are rare and fleeting, and get dragged along by the frenetic desire to being immersed again in the perpetual motion that animates the world.
Jean-Pierre Berthomé, Jacques Demy et les racines du rêve, L'Atalante, Nantes 1982
Tariffe:
Ingresso libero
Numero posti: 174
Aria Condizionata
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