LA ROMANA
(Italia-Francia/1954) R.: Luigi Zampa. D.: 94'. V. italiana
A seguire, Alberto Pezzotta presenta il suo nuovo libro Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa (Edizioni Cineteca di Bologna, 2012)
In occasione della pubblicazione del libro di Alberto Pezzotta, Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa, edito dalle Edizioni Cineteca di Bologna nel 2012, Il Cinema Ritrovato propone il film di Zampa La romana nella versione restaurata nel 2009.
To accompany the pubblication of the book Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa, by Alberto Pezzotta, Edizioni Cineteca di Bologna 2012, Il Cinema Ritrovato presents La romana in the 2009 restored version.
Roma, 1935: la diciannovenne e povera Adriana è indotta dall'ambiziosa madre a fare la modella per un pittore. Contro la volontà materna, inizia una relazione con l'autista Gino, con cui ha il primo rapporto sessuale, e che le promette di sposarla. La collega Gisella, cinica mantenuta, la butta tra le braccia di Astarita, un pezzo grosso della polizia politica. Dopo avere saputo da quest'ultimo che anche Gino in realtà è sposato, Adriana comincia a prostituirsi. In seguito si innamora di Giacomo detto Mino, educato studente antifascista. Ma Gino le presenta il brutale Sonzogno, un ex pugile assassino, ed è l'inizio dei suoi guai. Zampa è sempre stato considerato un artigiano indifferente a questioni di stile. La romana è uno dei film che mostrano quanto certe tradizioni critiche siano infondate. Anzi, è forse il film più esplicitamente calligrafico di Zampa, dove la ricerca di uno stile alto e complesso è profusa in ogni inquadratura. In parte dipende dal soggetto: è un film in costume, ambientato nella Roma fascista. In parte dipende dalle esigenze dei produttori: girare un superspettacolo d'autore (anche se nel 1954 non si diceva ancora così), con una star (Gina Lollobrigida), un marchio di qualità letteraria (il romanzo di Alberto Moravia) e una confezione all'altezza. Zampa viene chiamato alla regìa dopo il successo di Processo alla città e di Anni facili. Una prima versione della sceneggiatura è già stata presentata da Ponti e De Laurentiis in censura, ma è stata bocciata. Forte della lunga lotta intrapresa per Anni facili, Zampa riesce a realizzare il film senza troppi compromessi. Due cose danno fastidio ai censori: il fatto che uno dei personaggi, Astarita, appartenga all'Ovra, la polizia politica fascista; e la rappresentazione diretta della sessualità. I riferimenti al fascismo passano in secondo piano, ma la protagonista Adriana, avviata alla prostituzione dalla necessità, dall'ambiente e dalla madre avida e cinica, rimane: ed è un personaggio che stride nell'Italia di Don Camillo e del nascente neorealismo rosa. Zampa racconta la realtà senza ipocrisie e con durezza, sulla scia di Moravia mostra la pochezza di un certo antifascismo, e tra le righe mostra come l'Italia del 1935 non sia molto diversa da quella democristiana. E intanto gira un grande film, con una ricostruzione scenografica mirabile, ombre espressioniste, sequenze hitchcockiane, e la consapevolezza che dietro gli ideali e la morale gli uomini sono mossi da altri impulsi. Non è poco: il cinema italiano degli anni Cinquanta post-neorealista non era tutto omologato all'insegna del centrismo e del rappel à l'ordre.
Alberto Pezzotta
Rome, 1935: the impoverished 19 year-old Adriana is being pushed by her ambitious mother to work as an artist's model. Against her mother's wishes, she begins a relationship with the chauffeur Gino, with whom she has her first sexual intercourse and who promises to marry her. Her cynical colleague Gisella, a kept woman, throws her into the arms of Astarita, a high-ranking member of the secret police. After learning from Astarita that Gino is as a prostitute. She then falls in love with Giacomo, or "Mino", a polite, anti-Fascist student. But Gino introduces her to the brute Sonzogno, an ex-boxer and assassin, and that is when the real trouble begins. Zampa has always been considered a craftsman disinterested in matters of style. La Romana is one of the films that demonstrate how such criticism is unfounded. It is quite possibly Zampa's most openly stylized film, in which an elevated, complex style permeates every frame. This is partly due to the subject - it is a period piece set in Fascist Rome. But it also has to do with the needs of the producers: make an art-house box-office hit (even though these terms were not used in 1954), with a star (Gina Lollobrigida), a respectable literary name (the film is taken from the novel by Alberto Moravia), all packaged with the highest quality.Zampa was called in as director after the success of his films Processo alla città and Anni facili. An early version of the screenplay had already been presented to the censors by Ponti and De Laurentiis but had been rejected. Strengthened by the long battle he endured while making Anni facili, Zampa managed to make the movie without too many compromises. There were two things that bothered the censors: the character of Astarita being a member of Ovra, the fascist secret police squad, and the direct portrayal of sexuality. The references to fascism, however, were overshadowed by the leading character resorting to prostitution out of necessity, her surroundings and her mother's cynical greed. Adriana was a character who clashed with the Italy of Don Camillo and the rise of pink neorealism. Zampa depicts reality without hypocrisy and with severity: following in the footsteps of Moravia, he shows the pettiness of a certain element of anti-Fascism and also reveals how 1935 Italy was not much different from the country run by Democrazia Cristiana. And in all this, Zampa makes a great movie, with set designs admirably reconstructing the period, expressionist overtones, Hitchcockian sequences, and the awareness that, behind all their ideals and morals, men are moved by other impulses. This was no small feat: indeed, post-neorealist Italian cinema of the 1950s had not unanimously embraced centrism and rappel à l'ordre.
Alberto Pezzotta
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