LA NAVE DELLE DONNE MALEDETTE
(Italia/1954) R.: Raffaello Matarazzo. D.: 101'. V. italiana
Introduce Michel Ciment
In questo film non esiste una successione logica, come nel mélo classico che ha pretese più intellettuali, ma una serie di scene, che si legano l'una all'altra non senza qualche problema, che si affidano quasi tutte a luoghi comuni, ma riscattati dalla loro valenza di simboli pavloviani. Senza spiegazioni superflue e affidandosi esclusivamente ai riflessi condizionati degli spettatori avvezzi al genere, si risvegliano in loro, con immagini canoniche, l'odio, la disperazione o la pietà; si suscitano le lacrime. Il risultato può paragonarsi ai collage surrealisti dove, ritagliando degli elementi banali, si arriva con il loro assemblaggio a far scaturire l'insolito dal solito. Ma evidentemente, al cinema, ogni poesia è involontaria. [...] Bisogna segnalare l'erotismo esacerbato della sequenza della rivolta dove ogni donna attaccata da un marinaio lo bacia sulla bocca, rendendolo docile e complice. Il capitano, prima di essere ucciso a sua volta, uccide Isabelle a colpi di frusta (ma lei gli dice: "ho pagato la tua complicità con il mio corpo") e tutto si conclude in un'orgia con dei neri che danzano, il vino che bagna i seni nudi delle ragazze, in una mescolanza indescrivibile di corpi. Disgustati da questo spettacolo, i due innamorati fuggono in una barca. La nave, rimasta in balia di se stessa senza equipaggio, s'inabissa. Ma, all'ultimo minuto, il cuoco ex curato recita il Pater Noster, le donne coprono i loro seni, tutti s'inginocchiano e la morte li sorprenderà in stato di grazia. In questo film - che mi ispira allegria come tantissimi, pessimi mélo quasi dadaisti, per l'assenza di costruzione narrativa e di accuratezza nella regia - i giornali femminili, la religione, l'erotismo, i grandi sentimenti si accavallano senza armonia e l'amore, radicalmente distinto dall'erotismo, prende spesso la sua rivincita, perché lo sfortunato spettatore, per quanto possa essere abituato a questi distinguo umani, completa egli stesso i vuoti. All'uscita di La nave delle donne maledette in un piccolo cinema di quartiere, mi sono dedicato ad un'inchiesta personale rivolta al pubblico. Durante l'intero film, la coppia dei giovani protagonisti si scambia solo un bacio molto casto, ma tutti gli spettatori, senza la minima eccezione, avevano visto che Da Silva e Consuelo erano andati a letto insieme.
Ado Kyrou, Amour - Erotisme & cinéma, Losfeld, Paris 1967
Unlike the classic melodrama with more intellectual pretensions, there is no logical order in this film - just a series of often predictable scenes that are not always seamlessly tied together, but are redeemed by their symbolic Pavlovian meaning. Without superfluous explanations and built around the conditioned reflexes of viewers experienced in the genre, the movie uses canonical images to awaken hatred, desperation, or pity; tears may be shed. The result could be compared to surrealist collages. By cutting out and re-assembling common elements, the usual becomes unusual. But clearly, in cinema, every moment of poetry is involuntary [...]. A memorable, erotic sequence is that of the revolt - when every woman attacked by a sailor kisses him on the lips, rendering him docile and compliant. The captain, before being killed himself, murders Isabelle by whipping her (while she says: "I paid for your complicity with my body"), and then everything concludes with an orgy of black dancers, wine that splashes over the bare breasts of the young women in an indescribable jumble of bodies. Disgusted by this spectacle, the two lovers escape by boat, while the ship, abandoned by its crew, sinks. At the last moment, the cook and ex-curate recites the Lord's Prayer, the women cover their breasts, everyone kneels down, and death captures them in a state of grace. In this film - which I find amusing like many awful melodramas, almost Dadaist for their lack of narrative construction and directing precision - elements like religion, eroticism, women's magazines, and big sentiments are all piled on without any harmony. And love, radically different from eroticism, often gets its revenge: the unfortunate onlooker, albeit accustomed to telling the difference between the two, has to fill in the gaps himself. After seeing La nave delle donne maledette in a small neighborhood movie theater, I conducted an informal survey among the audience members. During the whole film, the young leading couple exchanged only one very chaste kiss, but every single audience member, without exception, had seen Da Silva and Consuelo going to bed together.
Ado Kyrou, Amour - Erotisme & cinéma, Losfeld, Paris 1967
Tariffe:
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285