I COLORI DEL 1912 - GAUMONT / ADDITIVE VS. POCHOIR

Deauville-Trouville (Francia/1912) D.: 3'. Did. inglesi
Le Homard (Francia/1912) R.: Léonce Perret. D.: 15'. Did. olandesi
La Dentellière (Francia/1912) R.: Léonce Perret. D.: 15'. Did. francesi
I pizzi di Venezia (Italia/1912) D.: 3'
Venetian Glass Ware (Francia/1912) D.: 5'. Did. inglesi
Le Thé: culture, récolte, préparation industrielle (Francia/1909) D.: 8'. Did. tedesche
Film trichrome (Francia/1903) R.: Norman Lascelles Davidson, Benjamin Jumeaux. D.: 1'
Tartans of Scottish Clans (Gb/1906) R.: George Albert Smith. D.: 2'
Woman Draped in Patterned Handkerchiefs (Gb/1908) R.: George Albert Smith. D.: 2'
[Collezione di moda] (Francia/ca1912) D.: 2'
Cheveux et Chichis (Francia/1911) D.: 7'. Did. inglesi
Procédé versicolor (Francia/1910) D.: 1'
Friese-Greene Biocolor - Test (Regno Unito/1912) D.: 1'
Friese-Greene Biocolor - Poster On Hoarding (Gb/1912) D.: 2'
Fleurs et fruits reproduction par Chronochrome Gaumont(Francia/1912) D.: 4'30''. Did. francesi
Accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau

Nel corso degli anni venne testata una quantità di processi additivi, ma i test per il Kinemacolor, il Versicolor o il Biocolor si limitarono per lo più a mostrare fiori, tessuti o la combinazione dei due (cioè cappelli).
Nel 1912 la Gaumont presentò la tecnica a tre colori Chronochrome, nota anche come Trichromie Gaumont. Pur producendo effetti di gran lunga più belli rispetto a tutti i sistemi additivi dell'epoca, la Trichromie Gaumont, al pari delle altre tecniche, non ebbe diffusione degna di nota. Richiedeva infatti macchine da presa e proiettori speciali e costosi; la proiezione, con tre lenti e filtri colorati, doveva essere perfettamente messa a punto. I migliori risultati di colore la tecnica li ottenne nelle riprese di oggetti immobili (o in movimento controllato) e illuminati con luce artificiale: per esempio lampadari, fiori e verdure. Nelle immagini di paesaggi e città, dove è presente il movimento, la resa del colore è meno buona, ma un particolare pregio estetico viene aggiunto dal formato panoramico. Questo 'grande formato' non fu il risultato di una scelta formale ma di una necessità tecnica; affinché i tre fotogrammi delle tre selezioni cromatiche di ciascuna immagine proiettata potessero scorrere con le necessaria velocità attraverso il proiettore, l'altezza del fotogramma venne abbassata da 18mm (quattro perforazioni) a 12mm (tre perforazioni). Come nel caso del Kinemacolor, così anche i positivi Chronochrome originali sono in bianco e nero. Nelle nuove copie su pellicola a colori le tre selezioni cromatiche sono state composte in un unico fotogramma. Nella produzione industriale, però, il processo messo a punto dalla Pathé, la colorazione di positivi in bianco e nero con la tecnica del pochoir, rimase senza concorrenti dal 1906 al 1926. Nella commedia Le Homard di Léonce Perret il pochoir vale a sottolineare l'allegria e l'eleganza à la page, in La Dentellière accentua la bellezza della composizione delle immagini.


A variety of additive processes were tried over the years, but the subjects of test films for Kinemacolor, Versicolor and Biocolor were mostly limited to flowers or textiles or both (hence frequent hats). In 1912 Gaumont unveiled the three-colour process Chronochrome, also known as Trichromie Gaumont. Although producing by far the most beautiful result of all the early additive systems, Trichromie Gaumont, like all the others, gained very little currency. It required a special, expensive camera and projector; the projection, via three lenses through colour filters, had to be perfectly set up. The process achieved its best colour results in shots of artificially lit, unmoving objects (or those with controlled movement) such as flowers, glasses and vegetables. In landscapes and cityscapes the colours are paler, but the panorama format of the chronochrome gave an aesthetic advantage. This virtue arose from a technical requirement: so that the three frames, with three colour separations for each projected image, could run through the projector quickly enough, the frame height was reduced from 18mm (four sprocket-holes) to 12mm (three sprocket-holes). As with Kinemacolor, the original Chronochrome positives are black-and-white: in the new copies on colour stock the three colour separations have been combined in a single frame of film. However, in commercial production the process perfected by Pathé, the polychrome colouring of black-and-white positives by the pochoir stencil system, remained unchallenged from 1906 until 1926. It adds to the high spirits and the elegance of Léonce Perret's comedy Le Homard and enhances the beautifully composed images of La Dentellière.

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