THE YELLOW TICKET
(Il passaporto giallo, USA/1931) R.: Raoul Walsh. D.: 80' V. inglese
Stimolato dall'innovazione stilistica di The Big Trail, Walsh proseguì nel suo radicale ripensamento dello spazio cinematografico con quest'opera molto diversa, tratta da un dramma teatrale del 1914 spesso adattato al cinema. È la storia di una donna ebrea (Elissa Landi) che per poter viaggiare nella Russia imperiale si vede costretta ad accettare un lasciapassare che la identifica come prostituta. Collaborando con l'eccellente direttore della fotografia James Wong Howe, Walsh compone inquadrature dalla sorprendente complessità spaziale: solo gli obiettivi relativamente lenti impediscono di ottenere l'estrema profondità di campo che Gregg Toland avrebbe perfezionato negli anni Quaranta. In sequenze come quella in cui Elissa Landi spara all'ufficiale zarista (Lionel Barrymore), il connubio tra movimento di macchina e punto di vista è estremamente originale (nonché emozionante), anche se in seguito Walsh eviterà l'effetto troppo vistoso di simili tecniche. Questo è il film di Walsh che più riflette l'influenza di Murnau, ma se la fotografia è tedesca il ritmo è puro Walsh, e quando decide che il vecchio regime va abbattuto la protagonista assume il piglio spavaldo e impetuoso tipico degli eroi walshiani della maturità. Un giovane Laurence Olivier fa qui il suo debutto nel cinema americano, rimpiazzando all'ultimo momento il dimenticato Edward Crandall, anche se in seguito Olivier preferirà far risalire la propria carriera hollywoodiana alla decisiva prova d'attore in Cime tempestose (1939).
(Dave Kehr)
Energized after the stylistic breakthrough of The Big Trail, Walsh continued his radical reconsideration of screen space with this very different piece of material, an often filmed 1914 stage drama about a Jewish woman (Elissa Landi) forced to accept a passport identifying her as a prostitute in order to travel within Imperial Russia. Working with the great cinematographer James Wong Howe, Walsh assembles shots of astounding spatial complexity, prevented only by the relatively slow lenses of the time from achieving the extreme depth of field effects that Gregg Toland would perfect in the 40s. The marriage of camera movement to point of view in such sequences as Landi's attack on the Czarist official (Lionel Barrymore) is highly inventive (and thrilling to watch), although Walsh would later eschew such techniques as too showy. Of all of Walsh's Fox films, The Yellow Ticket most strongly reflects the influence of Murnau, but if the lighting is Germanic, the tempo is pure Walsh, with Landi assuming the heedless, headlong rush of the mature Walsh hero once she decides that the old regime must be brought down. A young Laurence Olivier here makes his American film debut, as a last minute replacement for the forgotten Edward Crandall, though Olivier would later prefer to date his Hollywood career from his breakthrough performance in Wuthering Heights (1939).
(Dave Kehr)
Tariffe:
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285