Sabato 30 giugno 201211.30
Cinema Arlecchino

THE YELLOW TICKET

(Il passaporto giallo, USA/1931) R.: Raoul Walsh. D.: 80' V. inglese

Stimolato dall'innovazione stilistica di The Big Trail, Walsh proseguì nel suo ra­dicale ripensamento dello spazio cinema­tografico con quest'opera molto diversa, tratta da un dramma teatrale del 1914 spesso adattato al cinema. È la storia di una donna ebrea (Elissa Landi) che per poter viaggiare nella Russia imperiale si vede costretta ad accettare un lasciapas­sare che la identifica come prostituta. Collaborando con l'eccellente direttore della fotografia James Wong Howe, Walsh compone inquadrature dalla sorprendente complessità spaziale: solo gli obiettivi re­lativamente lenti impediscono di ottenere l'estrema profondità di campo che Gregg Toland avrebbe perfezionato negli anni Quaranta. In sequenze come quella in cui Elissa Landi spara all'ufficiale zarista (Lio­nel Barrymore), il connubio tra movimento di macchina e punto di vista è estrema­mente originale (nonché emozionante), anche se in seguito Walsh eviterà l'effetto troppo vistoso di simili tecniche. Questo è il film di Walsh che più riflette l'influenza di Murnau, ma se la fotografia è tedesca il ritmo è puro Walsh, e quando decide che il vecchio regime va abbattuto la protagoni­sta assume il piglio spavaldo e impetuoso tipico degli eroi walshiani della maturità. Un giovane Laurence Olivier fa qui il suo debutto nel cinema americano, rimpiaz­zando all'ultimo momento il dimenticato Edward Crandall, anche se in seguito Oli­vier preferirà far risalire la propria carriera hollywoodiana alla decisiva prova d'attore in Cime tempestose (1939).
(Dave Kehr)


Energized after the stylistic breakthrough of
The Big Trail, Walsh continued his radi­cal reconsideration of screen space with this very different piece of material, an often filmed 1914 stage drama about a Jewish woman (Elissa Landi) forced to ac­cept a passport identifying her as a pros­titute in order to travel within Imperial Russia. Working with the great cinema­tographer James Wong Howe, Walsh as­sembles shots of astounding spatial com­plexity, prevented only by the relatively slow lenses of the time from achieving the extreme depth of field effects that Gregg Toland would perfect in the 40s. The mar­riage of camera movement to point of view in such sequences as Landi's attack on the Czarist official (Lionel Barrymore) is highly inventive (and thrilling to watch), although Walsh would later eschew such techniques as too showy. Of all of Walsh's Fox films, The Yellow Ticket most strongly reflects the influence of Murnau, but if the lighting is Germanic, the tempo is pure Walsh, with Landi assuming the heed­less, headlong rush of the mature Walsh hero once she decides that the old regime must be brought down. A young Laurence Olivier here makes his American film de­but, as a last minute replacement for the forgotten Edward Crandall, though Olivier would later prefer to date his Hollywood career from his breakthrough performance in Wuthering Heights (1939).
(Dave Kehr)

 

Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli
Dettagli sul luogo:
via delle Lame, 57
Numero posti: 450
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285