THE RED DANCE
(La danzatrice rossa, USA/1928) R.: Raoul Walsh. D.: 102'. Did. inglesi
Accompagnamento al piano di Maud Nelissen
Alla prima di New York, nel 1928, The Red Dance fu messo in ombra da un cortometraggio Movietone nel quale, come riferì emozionato il critico del "New York Times", "per la prima volta in questo paese [...] si è sentita la voce di George Bernard Shaw". Il film muto aveva i giorni contati. Walsh ne avrebbe girato solo un altro, Me, Gangster, uscito pochi mesi dopo, e il recensore del "Times" si spinse a suggerire che quell'"opera che aveva qualcosa di selvaggio" era stata "evidentemente tagliata prima della proiezione", forse per fare spazio al ricco programma di cortometraggi sonori che l'accompagnavano. Eppure, nonostante alcune brusche transizioni, The Red Dance rimane un buon film storico sul turbamento sociale e romantico che precedette e seguì la Rivoluzione russa, in cui gli ingranaggi della storia travolgono l'improbabile idillio tra una contadina politicamente impegnata (Dolores Del Rio, al suo terzo e ultimo film con Walsh) e un granduca illuminato (Charles Farrell) e aperto alle idee del popolo. Il personaggio più walshiano del cast è però il capo dei contadini interpretato da Ivan Linow, un "goffo, giocoso orso del Baltico con un debole per la vodka e le ragazze", che cavalca felicemente il caos circostante fino a diventare generale dell'Armata Rossa. Per quanto riguarda la Rivoluzione, essa è rappresentata da una sequenza magnifica - identificata in una didascalia come "the Red Dance", "la Danza Rossa" - nella quale i contadini assaltano una prigione e un palazzo, con i cosacchi alle calcagna. Con il suo montaggio enfatico e l'opposizione dinamica delle linee di forza, la sequenza ricorda le battaglie di The Birth of a Nation. Una seconda 'danza rossa' viene poi eseguita dalla Del Rio, divenuta nel frattempo una stella del teatro moscovita, in un vorticare inebriante, energia a vuoto che si nutre distruttivamente di se stessa.
(Dave Kehr)
The Red Dance was overshadowed at its 1928 New York premiere by a Movietone short in which, as the "New York Times" critic breathlessly reported, "the voice of George Bernard Shaw was heard [...] for the first time publicly in this country". The handwriting was on the wall for silent film - Walsh would make only one more silent feature, Me, Gangster, released a few months later - and the "Times" reviewer goes on to suggest that this "somewhat wild piece of work" has "evidently been cut before being screened", perhaps to accommodate the large program of talking shorts that accompanied it. Yet, despite some abrupt transitions, The Red Dance remains a satisfyingly epic tale of social and romantic upheaval during and after the Russian Revolution, in which the wheels of history grind to bring forth an unlikely romance between a politically conscious peasant girl (Dolores Del Rio, in the third and final of her films with Walsh) and an open-minded grand duke (Charles Farrell) who thinks the people might have a point. The most Walshian figure in the cast, however, is the peasant leader played by Ivan Linow, a "clumsy, playful bear of the Baltic, with a snout for vodka and a paw for girls", who happily rides the chaos around him and ends up a general in the Red Army. The revolution itself is represented by a magnificently filmed sequence - identified in an intertitle as "the Red Dance" - in which peasants storm a prison and a palace, with Cossacks at their heels - that brings to mind the battle sequences in The Birth of a Nation with its emphatic cutting and dynamically opposed lines of force. A second 'red dance', later in the film, is performed by Del Rio, now a star attraction in a Moscow theater, as an inebriating swirl - energy without advancement, destructively feeding on itself.
(Dave Kehr)
Tariffe:
Aria condizionata
Accesso disabili
Tel. 051 522285