Mercoledì 27 giugno 201216.00
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

I film d'impegno sociale

Accompagnamento al piano di Gabriel Thibaudeau

 

THE PEOPLE VS JOHN DOE (USA/1916) R.: Lois Weber. D.: 20'. Did. inglesi

Un commentatore suggerì che Lois Weber fosse l'unica regista che osasse affrontare una questione controversa con la speran­za di farne un film redditizio. Uscito nel bel mezzo di un dibattito nazionale sulla pena di morte, The People vs. John Doe dà forma drammatica al celebre caso di Charles Stielow, un incolto bracciante che rischiava la pena capitale per un omicidio che secondo molti non aveva commesso. Per volere della censura tutti i riferimen­ti a Stielow vennero eliminati e il nome del personaggio divenne significativamen­te 'John Doe', vale a dire 'ignoto'. Certa del forte richiamo del film, la Universal ne affrettò l'uscita nelle sale: il film fu proiettato meno di una settimana dopo la commutazione della pena capitale in ergastolo, ritardando l'uscita dell'atte­so adattamento di 20.000 leghe sotto i mari. Gli attivisti contro la pena di morte approfittarono del film per perorare la loro causa, organizzando incontri in occasione delle proiezioni a New York e mostrandolo ai legislatori della Pennsylvania. Secondo "Wid's", il film sarebbe "servito a far ri­flettere la gente sulla pena capitale più di un anno di opuscoli e discorsi". I tre rulli qui presentati sono gli unici superstiti.

A commentator once suggested that We­ber was the only filmmaker who would dare tackle controversial subject matter and hope to make a commercially vi­able film. Released amidst the height of a national debate about the death pen­alty, The People vs. John Doe dramatizes the highly-publicized case of Charles Stielow, an uneducated farmhand facing execution for a murder many believed he did not commit. At the behest of the National Board of Censorship, all refer­ences to Stielow were eliminated and the title character's name was changed to a pointed 'John Doe'. Still, sure of its topical appeal, Universal rushed the film into theaters less than a week after Stielow's death sentence was commut­ed, delaying the release of the studio's highly-anticipated adaptation of 20,000 Leagues Under the Sea. Anti-capital punishment activists seized upon the film to advocate their cause, speaking at screenings in New York and showing the film to legislators in Pennsylvania. Ac­cording to "Wid's", the film would "do more to make people think about capital punishment than all the pamphlets and speeches that could be prepared in a year's time". Only these three reels are known to survive.

 

WHERE ARE MY CHILDREN? (USA/1916) R.: Lois Weber, Phillips Smalley. D.: 62'. Did. inglesi

Where Are My Children? è uno dei due film scritti e diretti da Weber sulla con­traccezione e l'aborto al culmine delle polemiche che circondavano Margaret Sanger e i suoi tentativi di legalizzare il controllo delle nascite negli Stati Uniti. Il film illustra l'estrema complessità del dibattito. Perseguitato da problemi di censura in tutto il paese, per la Universal il film fu senz'altro tra i più redditizi del 1916. Where Are My Children?, che sposa le teorie eugenetiche, difende il control­lo delle nascite per i poveri della classe operaia e condanna i frequenti aborti tra le donne bianche benestanti, contrappo­nendo il caso giudiziario di un dottore accusato di offrire consigli contraccettivi a donne indigenti a quello di un medico abortista per una cerchia selezionata di donne dell'alta società. L'anno seguente uscì The Hand That Rocks the Cradle, una presa di posizione ancora più energica a favore della causa di Margaret Sanger: Weber vi interpreta una donna arrestata per aver diffuso istruzioni sulla contrac­cezione. Quello stesso anno uscì anche un film della stessa Sanger, Birth Control, che presentava una serie di argomenti a favore della contraccezione legale. La nuova statura conquistata dal cinema è rivelata dal fatto che Lois Weber, autrice di film di qualità e tra i registi più stimati di allora, mise la sua fama al servizio di un tema così scottante, e che Sanger, at­tivista di spicco dell'epoca, usò il cinema per promuovere la propria causa.

One of two films Weber wrote and direct­ed on contraception and abortion at the height of the controversy surrounding Mar­garet Sanger's attempts to legalize birth control in the United States, Where Are My Children? illustrates nothing if not the complexities of this debate. Dogged with censorship troubles across the country, it was far and away one of Universal's most profitable features in 1916. Entangled in the era's eugenic theories, the film advo­cates birth control for the working poor, while condemning affluent white women for their repeated abortions, contrasting the trial of one doctor accused of furnish­ing contraceptive advice to women in need with that of a doctor who provides abor­tions to a select coterie of spoiled soci­ety women. The following year Weber re­leased The Hand That Rocks the Cradle, an even more pointed engagement with Sanger's crusade, with Weber herself play­ing a woman imprisoned for disseminating instructions on family planning. Sanger released her own film, Birth Control, that same year, guiding viewers through a series of arguments favoring legal contraception. Something of cinema's new-found stature can be seen in the fact that Weber, one of the most respected filmmakers of the day, brought her reputation for quality features to this contentious issue, and that Sanger, one of the era's leading radicals, used mo­tion pictures to promote her cause.

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Dettagli sul luogo:
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Numero posti: 174
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