Sabato 23 giugno 201216.15
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni

Cortometraggi di Lois Weber recentemente restaurati

Introducono la curatrice della rassegna Shelley Stamp e Mariann Lewinsky.
Accompagnamento al piano di Mie Yanashita 

 

IDLE WIVES (USA/1916) R.: Lois Weber, Phillips Smalley. D.: 24'. Did. inglesi

Da poco restaurati, questi primi due rul­li di Idle Wives offrono una straordinaria riflessione sul cinema e la visione. I per­sonaggi del film vanno a vedere una pelli­cola intitolata Life's Mirror (diretta proprio da una certa 'Lois Weber') e assistono a versioni parallele e ammonitrici delle loro stesse vite. Una commessa che 'esce' con il suo ragazzo vede il proprio surro­gato sullo schermo concepire un bambino e ritirarsi in un istituto per ragazze ma­dri. Una coppia sposata in crisi vede la controparte della moglie sullo schermo lasciare un marito indifferente per ripren­dere il lavoro di assistente sociale. Una famiglia operaia che fatica a sbarcare il lunario impara quanto sia rischioso vivere al di sopra dei propri mezzi. In ciascun caso il riconoscimento di se stessi sullo schermo è rivelatore: la visione cinema­tografica offre occasioni uniche di iden­tificazione e di coinvolgimento. All'apice della sua carriera, in Idle Wives Weber si mostra attenta allo straordinario impatto sulla cultura americana del cinema in quanto principale forma di intrattenimen­to di massa degli anni Dieci.

Newly restored, these first two reels of Idle Wives offer an astonishingly reflex­ive consideration of filmmaking and film viewing. Characters in the film attend a movie entitled Life's Mirror (pointedly di­rected by one 'Lois Weber'), where they watch parallel, cautionary versions of their own lives. A shop girl 'stepping out' with her boyfriend sees her screen surro­gate conceive a child and retire to a home for unwed mothers. An estranged married couple watches as the wife's onscreen counterpart leaves an uncaring husband to return to her post as a settlement work­er. A working family struggling to make ends meet learn the perils of living be­yond their means. In each case the recog­nition of oneself onscreen proves revela­tory - film viewing provides opportunities for identification and affect unavailable anywhere else. Idle Wives shows Weber, at the height of her career, considering cin­ema's extraordinary impact on American culture as it became the nation's leading mass entertainment in the 1910s.

 

FROM DEATH TO LIFE (USA/1911) R.: Lois Weber, Phillips Smalley. D.: 12'. Did. inglesi

Ambientato nell'antica Grecia, From De­ath to Life racconta il tentativo di Aratus di trasformare la carne in pietra. Il film offre un monito sulla sperimentazione scientifica, soprattutto sulla tentazione di controllare la vita e la morte, ma è an­che una lezione su quanto sia pericoloso ignorare il punto di vista femminile, qui associato alla compassione, all'umanità e al rispetto per la forza creatrice. Gli espe­rimenti di Aratus sono ripresi con la tecni­ca del passo uno.

Set in Ancient Greece, From Death to Life tells the story of Aratus's attempt to turn flesh into stone. If the film offers a cau­tionary tale about scientific experimenta­tion, especially the temptation to control life and death, it also furnishes a lesson about the dangers of ignoring a feminine point of view, here associated with com­passion, humanity, and respect for the powers of creation. Stop-motion cinema­tography is used to portray Aratus's ex­periments.

 

LOST ILLUSIONS (USA/1911) R.: Lois Weber, Phillips Smalley. D.: 13'. Did. olandesi

Al centro di molte sceneggiature di Lois Weber per la Rex c'è la relazione uomo-donna, e mentre in altri film dell'epoca le storie d'amore vengono trattate in ma­niera convenzionale, le prime opere di Weber mostrano un insistito interesse per le alleanze eterosessuali che infrangono le barriere razziali, sociali e morali e per le storie che si concentrano sulla discordia coniugale più che sul corteggiamento e l'idillio. In Lost Illusions Weber interpreta una madre di campagna che medita di ab­bandonare il marito e la figlia per fuggire con uno sconosciuto, un focoso uomo di città.

Male-female relationships stood at the heart of many of Weber's Rex scripts, and while romance would have been a com­mon trope in other contemporary screen stories, Weber's early films demonstrate a repeated fascination with heterosexual alliances that transgress racial, class, or moral boundaries; and stories that focus on marital discord, rather than court­ship and romance. In Lost Illusions We­ber plays a rural mother who is tempted away from her husband and daughter by a dashing stranger from the city.


LOST BY HAIR (USA/1914) R.: Lois Weber, Phillips Smalley. D.: 4'. Did. inglesi

Lo smascheramento della vanità maschile è al centro di questa commedia recen­temente restaurata. Un tenore è oggetto delle appassionate attenzioni femminili in una località di villeggiatura estiva. Inter­viene però il corteggiatore geloso di una delle signore, che ne mette in luce i di­fetti. Una delle poche commedie dirette da Weber durante il periodo trascorso alla Rex, per la quale scrisse prevalentemen­te drammi storici, adattamenti letterari e melodrammi.

Male vanity is exposed in this newly-re­stored comedy about a tenor who is at­tracting fervent attention from women at a summer resort. A jealous suitor intervenes to reveal the tenor's shortcomings. A rare comedy from Weber's Rex period when she wrote mainly historical dramas, liter­ary adaptations, and melodramas.

Accompagnamento Musicale Accompagnamento Musicale
Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 174
Aria Condizionata
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