Lunedì 25 giugno 201216.15
Cinema Lumière - Sala Scorsese

Lezione di cinema. Agnès Varda

DOCUMENTEUR (Francia/1982) R.: Agnès Varda. D.: 63'. V. francese

A seguire, incontro con Agnès Varda

Il restauro, condotto nel 2012 da Ciné-Tamaris, Fondation Groupama Gan pour le Cinéma e Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, si è avviato in occasione delle riprese del primo lungometraggio di Mathieu Demy, Americano, e grazie alla volontà di quest'ultimo di inserire numerosi estratti di Documenteur di Agnès Varda, nel quale aveva recitato. Americano è uscito in sala nel novembre 2011. Il restauro è presentato in anteprima al Cinema Ritrovato 2012.


Questo film esplicita bene il progetto di cui ho inaugurato la pratica in La Pointe courte, L'Opéra-Mouffe e in Cléo: filmare i passanti come in un documentario ma includere queste immagini in una finzione per far sentire agli spettatori - tramite degli sconosciuti filmati - le emozioni dell'eroina. Qui, la gente, i pescatori, le donne che attendono e i vicini misteriosi raccontano ciò che questa donna e il suo giovane figlio non sanno dire.
Questo film è l'ombra di Mur Murs.
È Los Angeles senza sole e senza meraviglie. Come se fosse dal nulla. È l'esilio. È un documentario? No, un documenteur (documentitore). [...] In effetti, è un film in relazione con ciò che non si può vedere e che non si può dire.
Come se il film non fosse un vero film, avevo dei problemi ad immaginare degli attori veri. Vedevo un film astratto, con dei personaggi recitanti come in La Pointe courte. Oppure vedevo il film come un film amatoriale (home movie), fatto con gli amici così come sono, nei luoghi in cui vivono.
(Agnès Varda, Varda par Agnès, Cahiers du cinéma, Paris 1994)


Documenteur è l'ombra proiettata da Murs murs, il rovescio della medaglia, dalle immagini così cupe quanto il primo film è lu­minoso e colorato. Un film sulla solitudine e l'abbandono. Ancora i margini di Hollywo­od. La sceneggiatura non è quella della star stritolata e poi scartata dal sistema secondo le solite usanze. Quella sceneggiatura è un po' convenzionale. È comunque una storia classica, una storia d'amore dopo la rottu­ra di una coppia, e la questione posta da Documenteur è precisamente: come filmare l'amore dopo, in assenza del soggetto del desiderio, come filmare la mancanza.
Varda esclude la retorica delle immagini del ricordo (flashback o evocazione dell'es­sere amato). Mostra la coppia madre-figlio unita da una convenzione di tacito silenzio sul soggetto del padre assente, e l'esilio dell'amore, attraverso una serie di volti di uomini strani e stranieri, anch'essi esiliati nella città. Tanti volti, tanti enigmi, affer­ma più o meno il commento.
[...] È un po' la verità di Documenteur: questa ricerca è senza volto, non si può circoscrivere, non si può mostrare. Di con­tro si può mostrare il corpo erotico del de­siderio, quello che Lacan chiama "l'Amur" (seminario "Encore"): "Ciò che appare in segni bizzarri sul corpo, sono quei caratteri sessuali che vengono dall'aldilà, non sono che delle tracce". È quell'essere che Var­da filma in una lunga inquadratura dove si espone il corpo nudo di un uomo e la voce del commento interroga: "Che si può dire del corpo di un uomo che si è amato? Niente". Niente, in effetti, se non mostrar­lo nella sua insignificanza, perché il corpo del desiderio non dice nulla, solo le voci del desiderio sono udibili (quelle che Mar­guerite Duras fa udire in Navire Night).
(Danièle Dubroux, Un auteur face à Hol­lywood, "Cahiers du cinéma", n. 331, gennaio 1982)


The 2012 restoration by Ciné-Tamaris, Fondation Groupama Gan pour le Cinéma, and Fondation Technicolor pour le Patri­moine du Cinéma started with the film­ing of the first feature by Mathieu Demy,
Americano, because Demy wanted to use clips of Agnès Varda's Documenteur, a film in which he had acted. Americano came out in theaters in November 2011. The restored film makes its premiere at Il Cinema Ritrovato 2012.


This film expresses well the project I began with
La Pointe courte, L'Opéra-Mouffe, and Cléo: filming passersby like in a documentary but using the im­ages in a fictional work to make viewers feel - through the strangers filmed - the heroine's emotions. Here, the people, the fishermen, the women waiting, and the mysterious neighbors describe what this woman and her young son do not know how to put into words.
This film is the shadow of
Mur Murs.
Los Angeles without sun and without mir­acles. As if it were nowhere. Exile. Is it a documentary? No, a docu-
menteur. [...] In fact, it is a film that has to do with what cannot be seen and what cannot be said.
As if the film were not a real film, I had a problem with imagining real actors. I saw an abstract film with people acting like in
La Pointe courte. Or I saw the film as a home movie, made with friends just as they are and set where they live.
(Agnès Varda,
Varda par Agnès, Cahiers du cinéma, Paris, 1994)


Documenteur is the shadow cast by Mur Murs, the downside, with images as dark as the first film's are bright and colorful. A film about solitude and loneliness. Once again about the outskirts of Hollywood. The screenplay is not about a crushed star discarded by the industry according to its usual rules. That is a somewhat conventional screenplay. It is, however, a classic story, a love story after the couple has broken up, and the challenge of Doc­umenteur is how to make a movie about love without the person desired, like film­ing absence.
Varda does not use the rhetoric of images of memories (flashbacks or invoking the loved one). She shows the mother and son united by their tacit silence about the ab­sent father, and exile from love through a series of strangers and foreigners, also living in exile in the city. The film's com­mentary basically says so many faces, so many riddles
[...] This is kind of the truth of
Docu­menteur: this search is without a face, it cannot be circumscribed or demonstrat­ed. In contrast, the erotic body of desire can be shown, what Lacan calls "l'Amur" ("Encore" seminar): "What appears in the form of bizarre signs on the body, those sexual characteristics that come from beyond, are nothing more than traces..." That is what Varda films in a long shot re­vealing the naked body of a man while the narrating voice asks: "What can be said of the body of a man you loved? Nothing". Nothing, indeed, if not showing it in its insignificance, because the body of desire says nothing, only the voices of desire can be heard (what is heard in Marguerite Du­ras' Navire Night).
(Danièle Dubroux,
Un auteur face à Hol­lywood, "Cahiers du cinéma", n. 331, January 1982)

L'evento è parte di:
Il Cinema Ritrovato 2012
  Lezioni di cinema

Tariffe:

Ingresso libero

 

 

Dettagli sul luogo:
Piazzetta Pier Paolo Pasolini (ingresso via Azzo Gardino 65)

Numero posti: 144
Aria condizionata
Accesso e servizi per disabili
Il nostro cinema aderisce al circuito CinemAmico: è possibile utilizzare l’applicazione MovieReading® per i film di cui è prevista audiodescrizione e/o sottotitolazione sull'applicazione.
Tel. 0512195311